domenica 15 maggio 2011

ROBERT LAZAR




Ai primi del 1989, il giomalista televisivo George Knapp, della KLAS di Las Vegas, stava conducendo una serie di trasmissioni sugli UFO. Nel mese di marzo, Knapp fu avvicinato da Robed Scott Lazar, un trentenne che dichiarò di essere un fisico, di aver lavorato nel complesso di Nellis e di avere una serie di rivelazioni da fare.Knapp controllò la sua storia e si convinse a renderla nota. Fu ciò che avvenne nel corso di due serate televisive, l' 11 e il 13 novembre. Area 51 esplodeva anche tra i mass-media.Lazar, senza mezzi termini, affermò che nell'Area 51 si lavorava a velivoli a propulsione gravitazionale di origine aliena, e che aveva subito accuse di spionaggio e minacce di morte. Egli avrebbe svolto le sue attività tra il dicembre 1988 e l'aprile 1989 in una zona denominata S-4, circa 16 km più a sud dell'Area 51 propriamente detta, presso il laghetto di Papoose. Ora, è certo che Lazar, nel 1982, abbia lavorato presso i Laboratori Nazionali di Fisica di Los Alamos (una circostanza che questo ente cercò invano di negare).Successivamente, con il suo impiego presso S-4, gli sarebbe stato dato accesso ad informazioni altamente riservate. Delle attività di S-4 non sarebbe stato al corrente nemmeno il Presidente degli Stati Uniti. Lì, dentro enormi hangar sotterranei fra loro collegati, in un'atmosfera di continui controlli ed intimidazioni, il primo giorno gli sarebbero stati fatti leggere circa 120 documenti sugli UFO: nove astronavi erano cadute in mano alle autorità - non era spiegato come - ed autopsie erano state eseguite su cadaveri di alieni provenienti dal quarto pianeta del sistema stellare binario Zeta Reticuli 2.Poi, Lazar avrebbe potuto lavorare ad un velivolo del diametro di 9-12 m, al cui interno c'era una colonna centrale che correva tra il pavimento e il soffitto del disco. Una consolle appariva rimossa, e le sedie sembravano esser state costruite per «bambini». Secondo Lazar il velivolo era propulso da un reattore ad antimateria, un apparato emisferico posto sul pavimento del velivolo, delle dimensioni di un pallone da basket. Gli sarebbe stato mostrato anche il reattore in funzione. Come «carburante» il disco avrebbe utilizzato poco più di due etti di un elemento con numero atomico 115, un minerale superpesante e secondo Lazar non sintetizzabile sulla terra. Questo sistema propulsivo permetterebbe di manipolare lo spazio-tempo e di rendere invisibili i velivoli.Il lavoro di Lazar sarebbe consistito in un tentativo di duplicare il reattore. Lazar avrebbe potuto osservare da lontano anche i nove tipi diversi di dischi posteggiati negli hangar, ad ognuno dei quali assegnò un nomignolo, e durante un breve volo dell'astronave su cui aveva lavorato: questa divenne blu, luminosa nella parte inferiore e cominciò a sibilare come un apparato ad alto voltaggio elettrico. Sconvolto, la sera del 22 marzo dell'89, per cercare di corroborare le sue paure, Lazar avrebbe condotto sua moglie Tracy, il discusso appassionato di UFO John Lear ed un amico, Gene Huff, in una località desolata a 24 km dalla zona dei presunti test. Qui, avrebbero osservato (Lear attraverso il suo telescopio Celestron) e filmato strane luci ellittiche compiere ardite manovre sulle Groom Mountains. Sul video si sentono anche i commenti eccitati dei testimoni.
In un'altra occasione, però, la sorveglianza li avrebbe scoperti.In seguito, Lazar sarebbe stato minacciato dafI'FBI, e nell'aprile (o maggio) 1989 cancellato dalla lista degli addetti ad Area 51. Sarebbe stato anzi a causa di minacce analoghe che, nel febbraio successivo, Lazar ruppe repentinamente un contratto con la Nippon Television.Poi, nel novembre dell'89, nel corso di un'intervista rilasciata a Benny Goodman della stazione radiofonica KVBG, un uomo che affermava di essere un elettricista della «Reynolds Electronics and Engineering» impiegato nella località di Camp Mercury, nella parte più meridionale dell'Area 51, si fece avanti sostenendo di aver lavorato in un tunnel sotterraneo profondo 1000 m. Lì avrebbero luogo enormi operazioni «coperte».Un marine lo avrebbe pesantemente minacciato quando vide medici in camice bianco portare via su lettini quattro corpi di piccoli esseri sconosciuti. Chiamando alcuni ufologi di Las Vegas, l'anonimo disse che lui e altri 50 lavoratori impiegati a Camp Mercury avevano deciso di appoggiare Lazar, ma pare che l'iniziativa non abbia avuto seguito.Sempre alla KVBG, in precedenza erano giunte le telefonate di un individuo che si nascondeva dietro lo pseudonimo di «Yellow Fruit». Egli avrebbe lavorato ad Area 51 come addetto alla sicurezza. Le sue affermazioni sono, se possibile, ancor più improbabili delle precedenti. Uno dei suoi compagni di lavoro sarebbe stato... un alieno «buono», mentre altri avrebbero fatto parte del gruppo degli EBE (termine usato per descrivere gli alieni nel famoso documento «Majestic 12», un falso quasi sicuro). Uno scontro cruento avrebbe avuto luogo tra i «buoni» e gli EBE, e i primi avrebbero preso il sopravvento sulla base, dove oggi lavorerebbero 37 «buoni» e 3 EBE sarebbero tenuti prigionieri!.L'ufologo William Hamilton si è recato nell'ottobre '89 presso il «Little Ale 'Inn», la birreria di Rachel, sulla statale 375, la cui proprietaria, Pat Travis, gli disse di conoscere di vista «Yellow Fruit». Questo buffo termine non sarebbe altro che il nome del primo livello delle unità di sicurezza dell'Area 51, oltre che l'appellativo di una vecchia unità congiunta Esercito-CIA. Hamilton riuscì a parlare soltanto per telefono con «Yellow Fruit», e questi gli ripete che sotto l'Area 51 c'erano enormi tunnel sotterranei che celavano un'intensa attività governo-alieni.
Su richiesta di Knapp, Lazar si è sottoposto più volte al test del poligrafo - la cosiddetta «macchina della verità» - con almeno quattro diversi esaminatori e con risultati incoraggianti ma non univoci. Uno degli esaminatori, Terry Tavernetti, ricevette a sua volta minacce telefoniche. Un ipnotista clinico che lavora spesso con la Polizia, Layne Keck, nell'89 ha inoltre sottoposto Lazar a ipnosi regressiva, ed ha concluso che l'uomo è sincero ma che durante il suo periodo di lavoro per i servizi gli sarebbe stato somministrato un farmaco e gli sarebbero state date istruzioni ipnotiche per indurlo a non ricordare i dettagli di ciò che aveva visto.Il giornalista George Knapp, lo «scopritore» di Lazar, ha confermato che le storie su Area 51 erano ricorrenti da anni, e che anche lui aveva raccolto direttamente indizi in senso positivo. Riuscì a contattare almeno quattro altri informatori fra i quali addetti alla sicurezza della base, che avrebbero fatto parziali ammissioni, anche sulla presenza di un velivolo discoidale ad Area 51. Un professionista di Las Vegas gli disse che, mentre lavorava li', vide atterrare un disco, e che perciò fu tenuto per parecchie ore sotto interrogatorio. Un controllore di volo addetto ai radar della base aerea di Nellis, invece, gli raccontò di oggetti che volavano sulle Groom Mountains a oltre i 1.000 km/h.
Un portavoce della base di Nellis, infine, ha confermato a Knapp l'esistenza di un'installazione interna denominata S-4, ma si è rifiutato di dare ulteriori dettagli in merito.Uno dei problemi con Bob Lazar è che é sempre stato stranamente difficile reperire tracce del suo background di specializzazioni universitarie e di impieghi qualificati. Tuttavia, la dichiarazione dei redditi del 1989, che Lazar ha esibito, cita un lavoro retribuito, svolto quell'anno in Nevada per i servizi segreti della Marina. Il modello contiene anche il numero di identificazione di Lazar, comprensivo della sigla «MAJ», che il fisico sostiene di aver avuto quando lavorava ad S-4. L'ufologo Bill Moore, che avversa Lazar, ha avanzato però seri dubbi sull'autenticità di tale dichiarazione. D'altro canto, Lazar é una persona la cui credibilità si presta senz'altro ad essere discussa. Nel 1990, infatti, é stato condannato ad una pena detentiva (sospesa) per aver partecipato alla gestione di una casa di tolleranza a Las Vegas. Lazar ha anche ammesso a mezza bocca di aver intravisto, dentro S-4, due uomini in camice bianco discutere con «qualcuno di piccolo, dalle lunghe braccia», ma si è rifiutato di sostenere che poteva trattarsi di un alieno. Fra i 120 documenti che egli avrebbe potuto leggere, vi sarebbero stati quelli concernenti i progetti «Galileo» (attività di volo con i dischi volanti), «Looking Glass» (studi sulla possibilità di vedere il passato) «Siderick» (su potentissime armi a raggi) e uno riguardante l'origine dell'umanità, che sarebbe nata grazie ad esperimenti genetici degli alieni, che peraltro avrebbero «programmato» anche la venuta di Gesù sulla Terra! Nel 1979, alieni presenti nella base avrebbero avuto uno scontro a fuoco con il personale. Poi, nell'aprile 1987, in un incidente avvenuto ad Area 51, erano morti almeno due addetti. Lazar sarebbe stato chiamato a sostituire uno di costoro.

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Intervista a Bob Lazar


- Domanda : Che impressione ebbe quando entrò per la prima volta?

- Lazar : Sembrava tutto molto militare e non molto scientifico, c'erano molti controlli ed un massimo livello di sicurezza, ovunque si andasse bisognava essere accompagnati da una guardia armata anche nella toilette. Tutte le porte si aprivano e si chiudevano con dei badge di plastica magnetici, e c'era un'atmosfera molto oppressiva.

- Domanda : Quante volte è dovuto entrare in quella zona prima di poter vedere il velivolo?

- Lazar : Credo due o tre, forse due giorni prima di poterlo vedere.

- Domanda : Cos'ha provato la prima volta che visto l'oggetto?

- Lazar : Ma la prima volta che entrai nell’hangar dissi tra me e me : ecco questo finalmente spiega tutti quegli avvistamenti di strani oggetti, è un veicolo militare segreto in fase di sperimentazione.

In realtà fu la seconda volta che lo vidi quando entrai al suo interno che intuì cosa stava accadendo, e cioè che si trattava di un mezzo alieno, ma questo avvenne dopo che avevo letto il materiale informativo. Era tutto molto difficile da comprendere, mi sentivo come un’intruso.

- Domanda : Provi comunque :

- Lazar : Ha presente le foto di Billi Meier scattate durante i suoi avvistamenti? Era incredibilmente simile a quello delle sue foto, una linea sfuggente con lo scafo discoidale. E’ difficile descriverlo così senza disegnarlo, ma aveva la forma classica del disco volante.

- Domanda : Di un tipo solo o diversi?

- Lazar : In totale i dischi erano nove, ma io lavorai a livello di retroingegneria solo su un’oggetto, erano in hangar separati, ma tutti visibilmente differenti.

- Domanda : Le hanno detto in che modo erano stati recuperati dall’intelligence o dalla marina?

- Lazar : No, assolutamente no. Molta gente ha avanzato varie ipotesi, che erano stati abbattuti o che erano precipitati, ma non sembravano danneggiati, quindi nutro seri dubbi su queste ipotesi.

- Domanda : Ce ne può descrivere l’interno?

- Lazar : E’ molto semplice, c’è un solo colore dominante : è un grigio feltro, anche l’esterno è dello stesso colore, non ci sono scivoli.

All’interno tutte le attrezzature hanno una forma arrotondata, anche i sedili e gli alloggiamenti per gli amplificatori, è come se fossero stati fusi nella cera e poi modellati con queste forme curvilinee, incluse le giunture tra le pareti ed il pavimento. L’interno è essenziale, molto arioso : l’uso dello spazio non sembra per niente funzionale.

Ci sono tre ponti : quello più basso ospita gli amplificatori montati su basi mobili. Su quello di mezzo da dove si accede alla nave ci sono i sedili e gli amplificatori, e poi c’è il ponte superiore, con una sezione limitata a cui non avevo accesso, non so cosa ci fosse.

- Domanda : Per lei il velivolo era alieno?

- Lazar : Assolutamente sì, alieno. Prima di tutto, lo scopo del progetto era di analizzarlo, se si fosse trattato di un’apparecchio degli Stati Uniti non avremmo perso tempo a capire come lo avremmo costruito, in secondo luogo per le dimensioni delle attrezzature interne, dalle dimensioni dei sedili e per i materiali utilizzati, a noi totalmente estranei, e poi per il carburante : l’elemento 115, che è virtualmente inesistente. Ho sommato queste informazioni a quelle che mi erano state precedente fornite, in cui si affermava chiaramente che si trattava di un veicolo extraterrestre.

-Domanda : Le hanno detto come funzionava il sistema di propulsione?

-Lazar : Faceva parte del mio lavoro d’ingegneria inversa, cioè capire il sistema di propulsione, avevano già fatto qualche progresso, ma non so esattamente da quanto tempo il velivolo si trovasse lì, se lo stessero esaminando da uno o dieci anni, comunque con scarsi progressi.

Il sistema è fisicamente impressionante : è composto da due parti, dagli amplificatori di gravità e dal reattore che fornisce energia, il reattore funziona ad annichilazione completa alimentato da antimateria. L’annichilazione completa è praticamente la reazione nucleare più efficace tra le tre ovvero : fissione, fusione ed annichilazione. Utilizza un elemento superpesante, l’elemento 115, cioè questa sarebbe la sua collocazione nella tabella periodica che sulla Terra non è stato ancora sintetizzato.

A mio avviso, su alcuni sistemi stellari questa sintesi avviene spontaneamente. Questo elemento viene bombardato in un’accelleratore dalle dimensioni estremamente ridotte. L’elemento che viene bombardato subisce una scissione spontanea e produce particelle di antimateria. Queste, grazie ad un dispositivo termoelettrico efficace al 100% reagiscono con la materia gassosa e vengono trasformate in elettricità.

Ora l’efficienza al 100% di qualunque dispositivo elettrico è fisicamente impossibile, lo afferma la prima legge sulla termodinamica, perché si devono verificare dispersione di calore o altre perdite del genere, ma io non ne ho rilevata nessuna in questo sistema, è una tecnologia assolutamente stupefacente. L’incredibile quantità d’energia che viene generata dal sistema, alimenta gli amplificatori, e come prodotto collaterale del bombardamento dell’elemento 115, si genera un fenomeno interessantissimo, cioè una particolare onda detta “gravitazionale A” : tale onda viaggia in modo molto simile alle microonde. Viene applicata agli amplificatori gravitazionali e per mezzo della corrente elettrica generata dal reattore, viene amplificata e focalizzata.

Il segnale così amplificato viene reso leggermente “afasico”, e grazie a questo è possibile attirare o respingere qualsiasi corpo gravitazionale.

Il velivolo è in grado di decollare anche utilizzando un solo amplificatore. Questa nave in particolare era dotata di tre amplificatori, e quando attiva un solo amplificatore per allontanarsi dalla terra, utilizza la cosiddetta configurazione “omicron” : per viaggiare nello spazio la nave ruota su di un lato, focalizza i tre amplificatori su di un punto situato ad enorme distanza, poi il reattore e gli amplificatori vengono portati a massima potenza, e praticamente “attirano” il tessuto stesso dello spazio, distorno lo “spazio-tempo” e lo attirano verso la nave che così è in grado di coprire enormi distanze in un lasso di tempo praticamente nullo.

La nave non si sposta in maniera lineare, perchè distorce lo spazio. Il tessuto stesso dello spazio, quindi anche i campi gravitazionali ed il tempo sono strettamente connessi.

Quando si distorce un campo gravitazionale, si distorce anche lo spazio ed il tempo.

Queste non sono semplici teorie, sono cose che conosciamo già da molto tempo, solo che non abbiamo la possibilità di poterle verificare, ed apparentemente questa civiltà lo ha messo in pratica.

- Domanda : E voi siete mai riusciti a farne volare uno?

- Lazar : Sono stati fatti molti collaudi, ma non al di fuori dell’atmosfera, voli brevi e a bassa quota. Del resto hanno un’oggetto dal valore inestimabile e non intendono distruggerlo con rischi inutili o a causa del campo gravitazionale terrestre o volando a quote troppo elevate, ma ho assistito ad alcune prove al di fuori della recinzione di sicurezza ed in un’occasione ho visto tutto ma a non più di trenta metri dal velivolo.

- Domanda : L’oggetto come manovrava in volo?

- Lazar : era molto silenzioso, si alzava generando un debole sibilo, la superficie inferiore emanava una luce azzurra, probabilmente dovuta all’altissimo voltaggio generato. Dopo un po’, man mano che aumentava di quota, la luce scompariva. Sembrava che galleggiasse dolcemente nell’aria, per poi appoggiarsi al suolo, il tutto in modo assolutamente tranquillo e quasi totalmente silenzioso

- Domanda : Potrebbe descrivere i documenti informativi ed il loro contenuto?

- Lazar : Si trattava di un gran numero di documenti, circa 120 relazioni molto concise, in pratica mi consentivano un’idea in generale sulle altre ricerche condotte sul velivolo, ma la quasi totalità delle informazioni e dei dettagli tecnici riguardava il sistema di propulsione e generazione d’energia, cioè il campo in cui avrei dovuto lavorare.

C’erano anche documenti in cui si affermava che la nave era aliena. I rapporti di alcune autopsie non erano molto approfonditi perché non c’era nessuna ragione per fornirmi informazioni dettagliate su questo, ma con fotografie : anzi per l’esattezza c’erano due fotografie di un corpo alieno con il torace aperto, che aveva un solo organo che era stato rimosso e sezionato. Dal mio punto di vista non medico, sembrava che questo organo espletasse non una, ma più funzioni.

Poi vi erano altri documenti che descrivevano ricerche metallurgiche condotte in altre parti della nave, insomma erano brevi riassunti del lavoro svolto dai vari gruppi e viceversa, sicuramente anche loro avranno ricevuto dei resoconti e brevi relazioni del lavoro svolto dal mio gruppo.

- Domanda : Indicavano il luogo di provenienza degli alieni?

- Lazar : Sì : dal sistema Zeta Reticulis, non so se questa informazione sia stata ricavata dallo scafo stesso, da mappe astrali o da strumenti di bordo

- Domanda : C’erano informazioni su questa civiltà, sulla loro storia, o su precedenti contatti con il genere umano?

- Lazar : Non esattamente, non c’era scritto : è andata così, si faceva riferimento ad un’intervento alieno avvenuto nel passato, risalente a moltissimi anni fa, precisamente a milioni di anni fa. Dai documenti che ho visto, ripeto, erano documenti sintetici, riassuntivi che non so se fossero veri o falsi, posso solo fare supposizioni. Tuttavia, le informazioni sul sistema di propulsione erano tutte vere, ne sono certo, ci lavoravo. Per il resto c’erano solo accenni sul contatto con la Terra avvenuto più di 10.000 anni fa, ad alterazioni genetiche che hanno prodotto un’essere scimmiesco ed altre interazioni di questo tono.

- Domanda : Ha mai visto da vicino un’alieno? Vivo o morto?

- Lazar : No, solo in fotografia. Ho dichiarato più volte, che attraversando una certa zona, ho guardato in una finestra ed ho notato qualcosa di piccolo, ma non che fosse il corpo di un’alieno. E’ inutile saltare alle conclusioni che devo avere visto un’alieno. Potrebbe trattarsi di un manichino, creato come modello sulle loro differenze corporee e sulle dimensioni dei sedili, quindi ribadisco che in realtà non ho visto nessun corpo vivo che si muovesse, in linea di principio rispondo di no.

- Domanda : Perché hanno scelto lei per questo lavoro?

- Lazar : e’ molto difficile rispondere, non saprei. Sicuramente come fisico non sono molto indicato, quindi non ne ho la più pallida idea. Viste le diverse angolazioni forse si sentivano frustrati, non riuscivano a fare passi avanti, era da lungo tempo che non riuscivano ad andare da nessuna parte, o forse volevano un persona nuova, qualcuno che potesse vedere le cose in maniera diversa, d’altronde io ho la fama di essere così.

- Domanda : Perché ha deciso di divulgare queste informazioni?

- Lazar : E’ difficile rispondere, ci sono vari motivi ad esempio per le pressioni che ho subito o per mia protezione personale e perché è ingiusto che su queste informazioni venga mantenuto uno strettissimo riserbo.

- Domanda : dopo che lei ha reso pubbliche queste cose hanno cercato di chiuderle la bocca?

- Lazar : Oh sì, in ogni modo, mi hanno sparato mentre imboccavo l’autostrada qui a Las Vegas. Alcuni miei amici sono stati minacciati, hanno perso il posto di lavoro, è successo di tutto.

Tratta dall’intervista originale su VHS : UFO DOSSIER/AREA 51 TECNOLOGIA ALIENA VOLUME 2/ FABBRI VIDEO 1997

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Intervista a Bob Lazar di George Knapp


K: Prego, ci descriva la sua esperienza.
L: Ho lavorato a Los Alamos, nei laboratori federali, come fisico, ed ero stato assunto come esperto di laboratori per la base S-4, che è una base dell’US Navy.
K: Dov’è ubicata questa base?
L: Si trova a circa 10/15 miglia a sud di Groom Lake e a circa 125 miglia a nord di Las Vegas.
K: Come ha avuto il lavoro?
L: Non voglio menzionare la persona attraverso la quale l’ho ottenuto, ma fui mandato da una persona, ad EG&E, a cui dare il mio curriculum; e la fui intervistato e mi fu detto che il mio lavoro era completamente slegato dalle attività dei EG&E (sponsor di Lazar sarebbe stato Edward Teller, uomo di fiducia, tra il 1980 ed il 1982, di Ronald Reagan).
K: Le hanno detto quale lavoro avrebbe fatto?
L: In effetti, non mi è mai stato detto, se non alla fine. Si trattava di un lavoro ad altro contenuto tecnico, qualcosa che mi avrebbe interessato molto.
K: Cosi è stato assunto. E poi, cosa successe?
L: Il primo giorno che sono arrivato alla base ho avuto dei colloqui orientativi e mi è parso evidente che la tecnologia con cui avremmo lavorato (propulsione gravitazionale, ecc…) era qualcosa che la scienza convenzionale aveva appena iniziato a sfiorare.
K: Parleremo tra breve di tutto ciò. Vorrei scoprire un altro aspetto: è da poco più di tre settimane che la sua identità è stata resa pubblica; qualche mese fa lei fu ripreso in televisione in controluce e sotto uno pseudonimo (come “Dennis”, Lazar fu confidente di John Lear); Dopo aver resa nota la sua identità che cosa è cambiato, per esempio, nel rapporto col pubblico?
L: In effetti, le persone che incontro hanno avuto reazioni di consenso, di supporto, e si sono interessate molto di questi fatti. Ho ricevuto anche delle lettere di dissenso, ma è normale che non tutti mi credano.
N: Ci sono state anche richieste da parte dei media? Volevano interviste?
L: Si, in effetti volevano interviste alla radio, alla televisione, molte persone volevano scavare nel mio passato e conoscere tutto di me.
K: Molte persone che ci hanno chiamato, hanno avuto l’impressione che ciò che dice è forzato o modificato in seguito a minacce ricevute,e che noi, come emittente, siamo statti censurati da forze molto potenti. Le è mai capitato qualcosa del genere?
L: Tutto ciò è ridicolo. Come si sa, la gente è sempre sulla difensiva. Nessuno mi ha mai detto niente eccetto quando ero alla base, ove mi avevano esortato a non dire niente.
N: E come facevano ad essere sicuri che lei non avrebbe detto niente?
L: Possono arrivare a tutto, fino alle minacce di morte.
K: Da quando ha cominciato a fare rivelazioni pensa che il suo telefono sia sotto controllo?
L: Si, ho un rilevatore che si attiva molte volte.
K: Qual è stata la ragione che l’ha spinta a divulgare queste informazioni? È stato perché la importunavano?
L: Si. Essenzialmente per fermare tutto questo. Quando tentai di avere copia del mio certificato di nascita, venni a sapere che non esisteva più e che io non ero mai nato all’ospedale ove vi nacqui. Questo mi fece riflettere seriamente su quello che stava succedendo. Cosi ho richiesto il curriculum dei lavori precedenti che avevo svolto e ho scoperto che anche tutto quello era sparito. Cosi presi la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch’io, come il mio passato.
N: Cosi anche a Los Alamos risultava che non l’avevano mai assunta?
L: Esatto.
K: Dopo che il suo resoconto è apparso in televisione cosa è successo?
L: Mi hanno fatto sapere che mi sono vicini.
K: Era preoccupato per la sua vita?
L: E’ questo il Motivo per cui ho detto tutto ai microfoni. E’ un modo per cautelarsi da eventuali sparizioni.
K: E’ ancora preoccupato?
L: Si.
K: Ha constatato che le persone le credono o vogliono solo più informazioni.
L: Penso che molte persone mi credano, ma penso che la maggior parte vogliano solo più informazioni.
K: Parliamo ora della tecnologia che ha visto, della prima volta che ha visto qualcosa che a suo parere non era terreno.
L: La prima esperienza fu con il reattore antimateria.
K: Ci spieghi cos’è, come funziona e cosa fa.
L: E’ un piatto di 18 pollici di diametro con una sfera sopra. All’interno della torre c’è una scaglia dell’elemento 115, che è un elemento molto pesante. Per il resto la macchina mi è sconosciuta. Il 115 nell’interno crea un campo gravitazionale ed espelle delle onde gravitazionali, che sono poi ampliate nella parte bassa dell’apparecchiatura. In generale questa tecnologia ci è virtualmente sconosciuta.
K: Abbiamo visto il modello e le foto. Ci sembra troppo semplice per farne qualcosa.
L: E’ vero.
K: Parti in movimento?
L: Non individuabili. Essenzialmente il lavoro era di progettazione inversa. Avere cioè un prodotto finito da analizzare a rovescio per capire come fosse fatto. E se si poteva riprodurre con materiali terrestri.
K: Da quando studia questo tecnologia?
L: Mi sembra da tanto, ma non so esattamente da quanto.
K: Cosa si può fare con un generatore di antimateria?
L: Trasformare la materia al 100% in energia, mentre la fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell’1% della trasformazione della materia in energia.
K: Come funziona?
L: Quello che so è che quando il 115 è all’interno, la reazione comincia. Non ci sono automatismi o altro. Apparentemente il 115 bombardato con protoni rilascia particelle di antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all’interno del reattore. Questo genera all’interno del calore. E all’interno del sistema c’è un generatore termoionico a rendimento 100% che trasforma il calore in energia elettrica.
N: Questo reattore antimateria come è collegato al campo gravitazionale?
L: Il reattore ha due funzioni: produce una fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde gravitazionali grazie all’impiego del 115, il cui funzionamento è oggi sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso al parte bassa del generatore, dove ci sono tre amplificatori di gravità che le aumentano.
K: Cosi si crea un campo gravitazionale tutto suo?
L: Esatto.
K: Crede che oggi gli scienziato non abbiano questa tecnologia? C’è alla base S-4, ma noi non l’abbiamo creata. Com’è possibile? Perché non possiamo? Che cosa ha imparato circa la gravità?
L: La gravità è un’ onda. Ci sono molte teorie sul fenomeno. E’ stato ipotizzato che la gravità sia una particella chiamata gravitone, ma questo non è esatto. E’ in definitiva in’onda che può essere ottenuta da un elemento. Di come questo sia possibile, non ne sono certo.
K: Cosi si può generare il campo gravitazionale. A cosa serve?
L: Si ha la possibilità di fare qualsiasi cosa. La gravità distorce il tempo e lo spazio. Cosi facendo si può avere un diverso modo di viaggiare. Cosi, invece di viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a sé la destinazione senza muoversi. Questo accade distorcendo il tempo. Si tratta di una cosa lontanissima dai nostri concetti.
N: Molti scettici dicono che gli alieni sono troppo distanti nello spazio-tempo per arrivare fino a noi. Ma questa tecnologia che ci illustra rende irrilevante questa considerazione, giusto?
L: Esattamente. Quando distorci il tempo non c’è più un riferimento normale del tempo, e questo è tutto ciò che fa la gravità che tu produci.
K: Cioè si può viaggiare avanti e indietro nel tempo?
L: Non necessariamente. Alla Base del disco ci sono i tre generatori di gravità. Quando si vuole viaggiare verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio gravitazionale che viene puntato sulla destinazione. Aumentando la potenza dei generatori, questi tirano lo spazio verso quel punto E tutto questo avviene con la distorsione del tempo. Cosi il tempo non aumenta e la velocità è teoricamente infinità.
K: La prima volta che ha usato il reattore antimateria che esperimenti ha eseguito?
L: Gli scienziati che lo usavano hanno creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si sono formati come conseguenza della deviazione della luce.
K: Era come se avessero creato un buco nero?
L: Si, potrei dire che c’è un’analogia.
K: Qualche altro esperimento?
L: Si, hanno acceso una candela e l’hanno messa in un campo gravitazionale che distorceva il tempo. La candela bruciava senza consumarsi.
K: Era stupito nel vedere queste cose?
L: Si certo. Lo ero. Ma adesso ci rido sopra perché, sembrerà ridicolo a tutti ciò che sto per dire, quella era veramente tecnologia aliena.
N: Circa il 115, che cos’è e perché di ce che non può essere prodotto sulla terra?
L: E’ un elemento molto pesante. Nella carta degli elementi esistenti sulla Terra, che noi abbiamo sintetizzato, ne abbiamo 106. Dal 103 in avanti (immediatamente dopo il plutonio), questi elementi si disintegrano fino al 106. Gli scienziati ritengono comunque che, fra il 113 ed il 116, gli elementi dovrebbero essere stabili. E questo è vero perché il 115 esiste. E’ stabile. Ma sarebbe impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il bismuto e il plutonio, che vengono messi in un acceleratore e vengono bombardati con protoni, immettendo cosi protoni nei loro atomi per incrementare il numero atomico. Per creare il 115 ci vorrebbe una quantità infinità di potenza e tempo.
K: Che altre proprietà ha un elemento cosi?
L: Ha una grande capacità di produrre energia. Non so di altre proprietà. Messo comunque nel generatore antimateria ha una grande capacità di distruzione. Inimmaginabile, usato come arma.
K: Come che cosa? Cosa causerebbe mezzo kilo di 115?
L: Un kilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate all’idrogeno di 10 megatoni. Un kilo corrisponde, come dimensione a due prugne.
K: La gente che ci chiama non crede molto a queste affermazioni. Credono che lei abbia lavorato in S-4, ma credono che il 115, i dischi volanti, i generatori antimateria siano solo progressi nostri di cui lei non era a conoscenza.
L: Innanzitutto, è impossibile produrre il 115. E poi tutti quelli che lavorano alla base son là per scoprire come siano fatte queste cose. I materiali ci sono completamente sconosciuti. L’ idea del progetto è di riprodurre tutto ciò con materiali terrestri. Ovviamente, si trattava di cose trovate, o dateci.
K: Da dove arriva il 115? Che tipo di ambiente può produrlo?
L: Secondo me, il 115 può trovarsi alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema solare binario, dove c’era maggiore massa durante la formazione, dando cosi la possibilità di formazione di elementi pesanti.
K: Cosi ha visto un generatore antimateria, un sistema di propulsione gravitazionale, il 115 e ha anche letto dei rapporti con informazioni a dir poco sconvolgenti. Ce ne può parlare?
L: La ragione per cui non l’ho mai fatto prima d’ora è perché si trattava solo di rapporti. Erano solo parole scritte su carta, e potevano essere una fonte di disinformazione. Certamente, ciò che lessi sul 115 aveva avuto un riscontro pratico nel laboratori in cui ho lavorato. I rapporti erano sugli alieni e perfino sulla religione.
K: Precisiamo agli ascoltatori che, prima del servizio, abbiamo visionato il materiale. E abbiamo deciso per il momento di tralasciare la parte sugli alieni. Quindi non è lei che sta nascondendo qualcosa all’auditorio; è una nostra decisione. Ha comunque visto anche rapporti del governo che parlavano di alieni. Cosa dicevano?
L: C’erano fotografie di alieni, rapporti di autopsie, molte informazioni.
K: Qual’era il loro aspetto?
L: Erano tipici Grigi. Una creatura alta dai 3 ai 4 piedi, una testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe, magri.
K: Cosa diceva l’autopsia?
L: Ho visto dei corpi in esame. L’interno era scuro, come se l’elemento principale che li componeva fosse il ferro e sembrava che vi fosse solo un grande organo che riassumeva in se le funzioni del cuore, fegato, polmoni, ecc… Il rapporto, in fin dei conti riportava solo pesi e misure senza peraltro tirare alcuna conclusione.
K: Diceva almeno da dove arrivavano?
L: Si, un rapporto diceva che arrivavano dal Reticolo 4.
K: Dove si trova questo Reticolo?
L: Mi è stato detto che venivano dalla costellazione Z, e per reticolo 4 intendevano il quarto pianeta di quel Sole. Nello stesso rapporto la Terra era indicata come Solar 3, cioè il terzo pianeta del nostro Sole.
N: Lei ha letto molto sugli UFO. E’ possibile che abbia mischiato quelle informazioni con queste apprese nei laboratori?
L: No. Io sto lontano dai ricercatori UFO e non voglio essere associato a loro. Non faccio ricerche in merito. Mi interessa leggere, ma niente di più.
K: Se è cosi riluttante ad essere associato al problema UFO, come si sente adesso che ne è coinvolto suo malgrado? Perché è cosi riluttante?
L: Ci sono molte storie in giro; ogni ricercatore ha il suo punto di vista, dice di avere la storia giusta. E cosi io non voglio prendere le parti di nessuno perché non so da che parte vengano le informazioni, sebbene tutti concordano sui fatti base, che ci sono astronavi aliene sulla terra.
N: Prima di esser messo nel programma S-4 lei si interessava agli UFO. Com’è possibile che qualcuno che ha un interesse venga poi assunto per lavorare in un programma che segue lo steso filone?
L: A quel tempo avevo inviato il mio curriculum in diversi posti, perché volevo rientrare nel campo scientifico. Quasi simultaneamente ho incontrato John Lear e, dopo aver letto qualcosa delle sue ricerche, ho pensato che fosse matto ma che evidentemente aveva buone fonti di informazione. Perché per parte di ciò che lessi, trovai riscontro nei laboratori durante i miei esperimenti.
K: Per quanto concerne gli UFO, come scienziato pensa che qualcosa sia stato mistificato?
L: Assolutamente no. Posso sostenerlo fino alla morte.
K: Molti ufologi vorrebbero aiutarla, proteggerla, sentire le sue esperienze. Ma lei ha sempre evitato tutto questo, facendo solo un paio di trasmissioni in tv e le interviste qui alla nostra radio, rifiutando il circuito degli UFO. Perché?
L: Per il motivo che ho detto innanzi. Non voglio essere associato a quel problema. E poi a quante persone devi aprire il tuo passato, investigatori, gruppi che studiano gli UFO…. E poi il mio scopo era rilasciare qualche informazione per proteggermi.
K: Qualche ricercatore UFO dice che lei ha fornito informazioni segrete mentre lavorava nei laboratori di S-4 e collaborava con loro. E’ vero?
L: Non con i gruppi ufologici. Ho detto qualcosa a qualcuno, ma di più non posso dire.
K: In definitiva stava rompendo i giuramenti fatti al governo. Cosa le ha fatto pensare che fosse necessario?
L: Pensi alla grandezza di cosa sta succedendo…. Tutta la tecnologia deve restare segreta, fino a che avremo il controllo della stessa, ma certamente il profilo generale di ciò che accade non può essere tenuto segreto ne agli americani ne al resto del mondo. Divulghiamo i fatti basilari. Ad esempio, che almeno una volta queste astronavi son venute sulla Terra e ci hanno lasciato qualcosa da analizzare. Non c’è bisogno di divulgare dati sul generatore antimateria, sul potenziale distruttivo, e cosi via.
K: Cosa significherebbe dare questa tecnologia ad un laboratorio che possa svilupparla in massa?
L: E’ difficile dirlo. Si avrebbe un modo di viaggiare completamente diverso. E cosa succederebbe se si potesse modificare il tempo? Questo prima di tutto sfocerebbe in un profondo dilemma filosofico.
K: Pensa che tutto questo verrà mai divulgato?
L: Personalmente no.

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L'ELEMENTO 115


L'elemento 115 di Bob Lazar NON E' quello che potrebbe essere sintetizzato presumibilmente tra poco tempo nei grandi laboratori di ricerca internazionale. In realtà è un suo isotopo "esotico" incredibilmente molto pù pesante, ed è presumibile che non verrà sintetizzato sulla Terra per parecchi anni ancora.

Son passati più di dieci anni da quando Bob Lazar raccontò la sua incredibile storia. Agli scettici, questa poteva sembrava null'altro che un ben confezionato pezzo di finction, completo di tutti gli ingredienti necessari per apparire "scientificamente" fondato. E' in effetti non so perchè nessuno lo abbia ancora fatto ma la storia di Lazar, senza neanche modificare troppe cose, potrebbe essere facilmente tradotta in un eccellente film. La trama tra l'altro non avrebbe bisogno nemmeno di appartenere al genere della fantascienza, ma potrebbe benissimo rientrare nel novero di quei film con sfondo scientificamente altamente credibile, imperniati sulla vicenda di un cittadino-scienziato coinvolto senza averlo chiesto nelle attività dei laboratori supersegreti di una grande potenza. Il pezzo forte del film avrebbe potuto essere lo sconcerto che questa persona avrebbe provato nello scoprire che il mondo è effettivamente molto diverso da come lui lo aveva sempre creduto, e che perciò per tutta la vita fino a quel momento lui era stato vittima di un colossale raggiro come d'altronde il resto del mondo, tra cui noi. Certo che con un regista molto bravo sarebbe stato un successone. E poi, ve la immaginate la scena dove il protagonista si trova per la prima volta davanti ad una macchina non fabbricata da esseri umani? Vi immaginate il suo genuino stupore e la sua incredibile eccitazione nel poter esaminare da vicino una cosa fatta da mani non umane, per essere usata da mani non umane, da una cultura che non è la nostra, e che magari è completamente diversa dalla nostra, anche mettendo da parte l'enorme divario scientifico e tecnologico? E che dire poi della scena di quella in cui assiste al test di volo? Chi di noi non sarebbe disposto a tutto pur di trovarsi in una situazione simile?

Bene, da quando Lazar andò al pubblico sono accadute molte cose e molte di quelle informazioni che lui aveva rilasciato in televisione si sono andate rivelate corrette. Ad esempio nel 1994 è stato pubblicato sulla rivista scientifica "Classical and Quantum Gravity" un lavoro dal titolo "The Warp Drive: Hyper-fast Travel Within General Relativity". In questo lavoro il Dr. Miguel Alcubierre descriveva con grande rigore scientifico il metodo che teoricamente avrebbe consentito ad un'astronave di spostarsi tra le stelle a velocità incredibili al punto che persino i fotoni avrebbero potuto considerarsi al pari delle lumache. Il tutto veniva giustificato nell'ambito dello stesso formalismo della teoria della relatività generale di Einstein.

In pratica il trucco consisteva nel creare una bolla di spazio-tempo curvo intorno ad un'astronave, ma non mi soffermerà sui dettagli perchè questa è un'altra storia, che merito uno spazio a sè. Faccio soltanto notare che da allora molta altra gente ha lavorato sulla stessa questione, e che di questo argomento si parla da parecchio tempo ormai anche su alcuni siti Internet della NASA. La cosa, infine è andata agli occhi del grande pubblico con il numero di Gennaio 2000 (simbolico, no?) della rivista Scientific American, a cui è seguita la produzione italiana sul numero di Marzo 2000 di Le Scienze. Molti non hanno mancato di osservare, anche ovviamente sulla rivista che avete in mano, che il principio di propulsione basato sulla bolla spazio-temporale confermava in pratica cose che Lazar aveva già detto prima di Alcubierre e aveva anche illustrato a colori sul suo sito Internet. Allo stesso tempo, meraviglia delle meraviglie, sullo stesso numero di Gennaio di Scientific American, e quindi anche sul numero di Marzo di Le Scienze in Italia, compariva l'articolo sull'Isola di Stabilità che è stata finalmente trovata nel "mare" degli elementi transuranici. E il pensiero di tutti è andato di nuovo a Lazar, che aveva anche dichiarato che il combustibile del fantascientifoco reattore nucleare che forniva una quantità enorme di energia al disco volante alieno allo studio del quale lui lavorava, l'oramai leggendario elemento 115, era un transuranico stabile. Ci siamo tutti chiesti: possibile che sia stato solo un caso la contemporanea comparsa di questi due articoli proprio sul numero di Gennaio 2000 di Scientific American che proprio per la sua data di pubblicazione rivestiva in un certo senso il carattere "simbolico" di apertura di una nuova era? Non ci è dato, purtroppo, di conoscere la risposta a questa domanda. Tuttavia sento che è importante in questa fase far conoscere qual è la situazione reale per quel che riguarda questo "santo Graal" degli ufologi. Dal tempo in cui Lazar fece le sue rivelazioni, l'attenzione degli ufologi veniva frequentemente rivolta ai progressi fatti dai vari laboratori mondiali come Berkeley, Darmstadt e Dubna nel campo della sintesi degli elementi oltre l'uranio. Dopo la notizia della sintesi dell'elemento 114 nel Dicembre 1999 a Dubna, oramai si pensava vicino il momento in cui sarebbe stata annunciata la sintesi del 115, e confermata definitivamente la sostanza delle affermazioni di Lazar. Ritengo tuttavia che nella realtà le cose potrebbero non andare esattamente così. Permettetemi un momento di darvi alcune informazioni di base prima di entrare nel vivo dell'argomento. Quello che distingue un elemento da un altro nella tavola periodica è praticamente il numero dei protoni contenuti nel nucleo: così l'idrogeno è il primo di tutti (1 solo protone), mentre l'uranio si trova al posto 92 (92 protoni).

Elementi con oltre 92 protoni non si trovano sulla Terra e devono essere prodotti artificialmente. Poichè questi elementi stanno sulla tavola periodica dopo l'uranio, si chiamano tutti...transuranici. Oltre ai protoni, nei nuclei degli atomi ci sono anche i neutroni, ma mentre i protoni sono carichi elettricamente, i neutroni non lo sono; sono appunto...neutri.



COSA è UN ISOTOPO?

Prendiamo un atomo di Carbonio. Questo ha sempre 6 protoni, e in genere ha anche 6 neutroni; ma non sempre ha 6 neutroni. C'è una piccola percentuale di atomi di carbonio che hanno meno di 6 neutroni o più di 6 neutroni. I più conosciuti sono quelli che hanno 7 oppure 8 neutroni. Sotto ogni punto di vista questi sono sempre atomi di carbonio esattamente come gli altri. Possono formare anche loro l'anidride carbonica, il metano o qualunque altro composto di questo elemento; soltanto sono un poco più pesanti perchè hanno 1 o 2 protoni in più. Ma in ogni caso occupano sempre il posto numero 6 della tavola periodica (perchè il posto dipende solo dal numero dei protoni). I fisici dicono che tutti gli atomi che occupano lo stesso posto nella tavola periodica si chiamano isotopi (e infatti in greco isotopo significa stesso posto). In particolare il carbonio con 6 neutroni si chiama carbonio 12, metre gli atomi di carbonio con sette e otto neutroni si cjiamano rispettivamente carbonio 13 e carbonio 14. I numeri 12,13,14 sono evidentemente la somma dei protini più i neutroni. Come si può vedere abbiamo definito in poche parole cos'è un isotopo, senza usare troppi termini tecnici; spero che i lettori me ne saranno grati.

Ultime note: mentre come detto le proprietà chimiche sono le stesse per tutti gli isotopi di uno stesso elemento,così non è per le proprietà nucleari: ad esempio, il carbonio 12 è stabile, mentre il carbonio 14 è radiottivo, cioè instabile! Nella tavola periodica questo è un fatto abbastanza comune. Il variare del numero dei neutroni,(non importa se in più o in meno) può dare luogo ad isotopi instabili o a isotopi radiottivi. E inoltre l'affermazione che faccio qui sotto è molto importante per capire l'enormità di quelloche dirò nel seguito a proposito del 115 di Lazar: in genere gli isotopi di un certo elemento sono pochi e si differenziano solo per pochissimi neutroni in più o in meno che in genere si posssono contare sulla punta delle dita. Se sapete un po' di Inglese e volete entrare nel mondo degli elemnti, e sapere un mucchio di cose interranti non solo sulla loro stabilità e su tutti i loro isotopi , ma anche sulla loro storia, su che aspetto ha, etc, vi consiglio di andare a vedere il sito: http//www.webelements.com/webelements/scholar/index.html.



L'ISOLA DI STABILITà

Allora veniamo al punto: Cos'è questa storia dell'isola di stabilità di cui si parla su Scientific American? Diciamo subito che fino ad ora non è stato sintetizzato sulla Terra un solo atomo, dico uno solo, di un elemento transuranico che sia stabile. Gelo tra l'Uditorio... ma allora ? niente paura:

Oganessian e colleghi (gli autori dell'articolo pubblicato su Le Scienze) sono sicuri di avere trovato l'Isola di Stabilità perchè hanno ottenuto un isotopo dell'elemento 114 dalla vita lunghissima...ben 30 secondi. Ma allora se vive solo 30 secondi non è stabile! E' infatti io che avevo detto? Dovete sapere che, teoricamente, l'isotopo stabile del 114, quello che da parecchie decine di anni faceva immaginare ai fisici che ci fosse l'Isola di stabilità, a un totale di 298 tra protoni e neutroni. Quindi il suo nucleo contiene 114 protoni e 184 neutroni. Oganessian e colleghi hanno sintetizzato soltanto l'isotopo 289, quindi l'isotopo che ha 9 neutroni in meno di quanto sarebbe necessario. Questo, come già detto, ha una vita media di circa 30 secondi. La cosa grossa è che un isotopo del 114 con 2 neutroni in meno, il 287, anch'esso sintetizzato a Dubna, aveva vita media di 5 secondi, mentre il 285 (4 neutroni in meno), che era stato sintetizzato nel 1999 negli esperimenti di Nivov, Gregorich e colleghi a Berkeley (www.ibl.gov/Science-Articles/ Archive/elements-116-118.html ) aveva una vita media di soli 0,58 millisecondi [Phys. Rev. Lett. 83, 1104 (1999)]. 4 neutroni in più avevano allora fatto aumentare la vita media dell'elemento 114 di più di 10.000 volte! E mancano ancora altri 9 neutroni!

Si presuppone pertanto che aumentando i neutroni la vita media si allunghi a dismisura fino ad ottenere la totale stabilità. Un fatto analogo e forse ancora più spettacolare nei numeri è accaduto anche per l'elemento 112. Questi risultati hanno convinto tutti che: la stabilità è a portata di mano, ma a patto di riuscire infilare più neutroni in quei benedetti nuclei.

(Ricordatevi questa affermazione perchè è molto importante nel seguito). Pertanto l'isotopo 298 dell'elemento 114 sarà stabile con certezza quasi assoluta.

Perdonatemi se vi sto a riempire la testa di numeri e paroloni, tuttavia ho scoperto che nell'Ufologia è molto importante conoscere un po' di Fisica. Nel mio caso addirittura, dopo aver avuto un incontro ravvicinato del 1° tipo con un UFO qualche anno fa, è d'obbligo cercare d'applicare la Fisica per spiegare cose che so con certezza che esisitono, per averle viste. Magari sbaglierò e la nostra fisica è ancora lontanissima anche dai concetti più semplici utilizzati dagli ET, tuttavia io credo che noi abbiamo giù le conoscenze di base per capire molte cose, e perciò quello che vorrei sinceramente è stimolare una discussione che porit a ridurre le molte zone in ombra.

Ho avuto in questi anni dopo l'IR 1 molte interazioni con varie persone sull'argomento, e devo dire che i più scettici sono stati i non scienziati. In effetti gli scettici più accaniti erano le persone con meno conoscenze scientifiche, quelle per intenderci, che per credere a qualche cosa hanno bisogna che glielo dica il Prof. Zichichi alla televisione.

Mi piacerebbe parlare un giorno di quello che si può ipotizzare oggi sul principio della propulsione degli UFO partendo dalla fisica conosciuta, per far vedere a tutti in maniera scioccante che perfino George Adamski sapeva particolari intorno alla propulsione di un disco volante che in realtà non avrebbe dovuto sapere, sia per via della sua personale cultura di base, sia per il periodo storici in cui viveva.



L'ELEMENTO 115 STABILE

Dopo aver letto la notizia della sintesi dell'isotopo 289 dell'elemento 114, mi sono subito detto: allora l'elemento 115 stabile dovrebbe essere all'incirca l'isotopo 300 o 301 (cioè un protone più 1 o 2 neutroni in più dell'isotopo 298 teoricamente stabile del 114). Possibile che arrivati a questo punto la materia atomica consenta una "svolta" cosè straordinaria, sempre secondo quanto diceva Lazar? Forse siamo vicini ad un salto gigantesco della nostra fisica? Stiamo per sintetizzare l'elemento fondamentale per avere il volo interstellare? Mi è venuta subito la curiosità di vedere il suo sito (www.boblazar.com) quale isotopo del 115 usavano gli ET. E qui ho avuto la sorpresa: non era riportato l'isotopo. Guardate la tabella più sotto, che riporta gli stessi dati forniti da Lazar: la voce "peso atomico" che è quella importante per avere un'idea abbastanza precisa dell'isotopo, semplicemente non c'è. Dopo un primo attimo di smarrimento ho notato tuttavia che venivano dati gli elementi per calcolarlo, nelle voci densità e volume atomico.

(*) il 115 non è ancora stato ufficialmente sintetizzato: la data indicata da Lazar si riferisce alla scoperta di questo elemento durante la retroingegnerizzazione del reattore nucleare di un disco volante.

Senza che vi stia a fare tutti i conti si può da questi dati calcolare il peso dell'atomo 115 di Lazar in termini di unità di massa atomica, e cioè di neutroni e protoni contenuti. Il risultato non è 300 o giù di là, ma...420!!! Che vuol dire questo? Che il nucleo peso l'equivalente di ben 120 neutroni in più di quanto ci si aspetterebbe.

Non vorrei per ora stare a commentare o fare dietrologie sul significato di questo punto. Mi interessa tuttavia stimolare delle discussioni: perciò mi limiterò a mettere luce soltanto alcuni punti rilevanti che sicuramente sono utili per ogni discussione successiva.

Prima di tutto: Lazar si è sbagliato?

La mia opinione è no. Il peso atomico è un dato molto importante ed è sicuramente uno dei primi numeri che sono stati calcolati. Lui è sicuramente a conoscenza del fatto che questo isotopo del 115 èassolutamente esotico.

Allora perchè non lo ha voluto riportare espressamente nella tabella, anche se ha dato lo stesso i parametri per calcolarlo?

Non lo so, ma di certo questo è stato fatto deliberatamente.

Ma perchè è così eccezionale il fatto che questo sia l'isotopo 420 dell'elemento 115?

Per capirlo tenete presenti le due affermazione che ho fatto prima:

- in genere gli isotopi di un certo elemento sono pochi e si differenziano solo per pochissimi neutroni in più o in meno, che si possono contare sulla punta delle dita.

- la stabilità è a portata di mano, ma a patto di riuscire infilare più neutroni in quei benedetti nucle.

Bene, la prima mette in evidenza che la nostra esperienza accumulata nell'arco del ventesimo secolo con tutti gli elementi finora conosciuti, non contiene in alcuna maniera evidenza di isotopi con un numero enorme di neutroni, e quindi rende rivoluzionarie, se sono vere, queste dichiarazioni di Lazar nel campo della fisica atomica. La seconda mette in evidenza il fatto che noi già abbiamo oggi difficoltà a creare nuclei transuranici con un numero normale di neutroni (perchè questi nuclei vengono ottenuti facendo urtare e fondere assieme due nuclei più leggeri, che in proporzione hanno però meno neutroni di quelli pesanti: il risultato è perciò che siamo sempre a corto di neutroni). Quindi riuscire ad ottenere un nucleo con addirittura 120 neutroni in più del normale è aldilà delle possibilità attuali. Probabilmente questi esperimenti di sintesi dovrebbero essere fatti vicino a una sorgente brillante di neutroni, per poter migliorare le cose. In ogni caso, 120 neutroni in più sono tanti e la conclusione è una sola: che siamo ancora veramente molto lonatni dal poter sintetizzare quel tipo di nucleo.

E' plausibile che esista un nucleo simile?

Perchè no?

Ed e' plausibile che questo nucleo abbia le proprietà descritte da Lazar?

Perchè no? E se fosse un plasma di quark e gluoni stabile? (spero che vi riuscirà a parlare in seguito di questo nuovo stato della materia). In questo caso potrebbe, sotto forte eccitazione nucleare, emettere per emissione stimolata un fascio molto intensa di mesoni carichi con la carica del quanto della forza nucleare forte? Fascio che costituirebbe a tutti gli effetti l'onda della cosidetta "gravità A" di cui parla Lazar? (non si dimentichi che Lazar nella sua parentesi lavorativa a contatto con i dischi volanti aveva lavorato proprio al laboratori mesoni).

Visto che il 115 stabile di Lazar è l'isotopo 420, potrebbe allora accadere che il più normale isotopo 300 (cioè quello che potrebbe essere sintetizzato da qui a poco tempo) NON SIA STABILE?

Certo, potrebbe anche accadere che l'isotopo 300 o 301 dell'elemento 115 NON SIA STABILE! Con gravi conseguenze sull'Ufologia. Tutti superficialmente direbbero che il 115 di Lazar non è stabile e che lui è stato quindi un impostore. Per tale motivo ritengo sia molto importante prendere coscienza di questo fatto dell'isotopo 420.

E cosa accadrebbe invece se anche l'isotopo 300 o 301 del 115 fosse stabile?

Nulla; almeno in un primo momento non accadrebbe nulla. Tutti direbbero che le affermazioni di Lazar sono state confermate definitivamente, anche se da quello che avete letto pù sopra capite subito che non sarebbe la verità. I problemi salterebbero fuori dopo molto tempo, una volta sintetizzata una quantità significativa di questo isotopo, quando si scoprirebbe che non ha nessuna delle proprietà attribuitegli da Lazar. Anche in questo caso sarebbe un grosso colpo per l'Ufologia se si arrivasse impreparati a questo momento.

In realtà si capisce adesso che l'affermazione più forte del nostro Bob non è assolutamente, come tutti credono, la stabilità del banale isotopo 300 o 301 dell'elemento 115. Alla luce di quanto abbiamo infatti visto in questo articolo, lui non ha proprio detto nulla relativamente a questo isotopo 300 o 301. Lui ha sempre e soltanto parlato dell'isotopo 420 anche se non lo ha fatto capire mai chiaramente. Pertanto si può dire che la sua affermazione più forte (e pertanto la sua predizione da verificare) è la seguente:

"Possono esistere transuranici stabili con un numero enorme di neutroni nel nuclueo. Ad esempio può esistere l'isotopo 420, stabile, dell'elemento 115."

In conclusione ora sappiamo che il 115 di Lazar non è l'isotopo che tutti credono, e che potrebbe essere sintetizzato tra poco tempo. In realtà è un oggetto molto più sofisticato, e per comprederne le proprietà in termini di fisica terrestre sono ancora necessari parecchi anni.



Intervista a Bob Lazar di Art Bell nella trasmissione radiofonica Coast to Coast AM






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