domenica 15 maggio 2011

L’ACCADEMIA dell’USAF affermava nel 1970: “ABBIAMO SPARATO AGLI UFO”

Cose risapute ( per lo meno da me ) ma che evidenziano il PROBLEMA.

Quello che vi mostriamo sopra in esclusiva nazionale è un documento ufficiale declassificato qualche anno fa e “dimenticato” dagli ufologi. Ma vista l’importanza notevole che occupa lo proponiamo noi. Si tratta del Capitolo XXXIII° del testo “Introductory Space Science, Volume II, Department of Physics, USAF” editato dal Maggiore Donald G. Carpenter e dal Co-editore Luogotente Colonnello Edwared R. Therkelson. E’ stato scritto il giorno 8 Ottobre 1970. In questo corso per i cadetti dell’USAF (United States Air Force) tra le altre cose hanno saputo (cosi si legge nel documento) che non solo gli UFO esistono e che l’origine extraterrestre non può essere esclusa ma anche che sia i sovietici che gli americani hanno tentato di abbattere gli UFOs. Addirittura il caso americano mostra un UFO dalla forma di classico “disco volante”. Lo si può leggere alla numerazione del documento (pagine 462-463). Tra le altre cose definiscono provati come reali i casi di Zamora, dei coniugi Barney e Betty Hill e del caso Kelly-Hopkinsville. Ma non finisce qui. Vi si afferma che il fenomeno UFO è globale, che è ormai presente da oltre 50.000 anni (!) e che molti alieni in visita sulla Terra, nei secoli passati, sono stati uccisi dalla belligeranza e ignoranza umana. Un documento storico e ufficiale che noi del CUT (Centro Ufologico Taranto) vi mostriamo sopra in versione PDF. Buona lettura.

centroufologicotaranto.files.wordpress.com/2008/05/afphysicschap...

TUTTO ... "BLOCCATO"

Sul Sito di "Lunar Explorer" (dove albergo ormai da mesi) qualcuno mi ha "tolto" le parole di bocca, ed io voglio riportarle appositamente, intanto perché si esprime meglio di quanto io possa fare, poi perché è la verità: è come se qualcosa si sia fermato! "Shuttle" e computer a parte, non è stato inventato nulla rispetto a tutto lo sconvolgimento degli anni 50/60: dall'elica al reattore; l'energia atomica; la missilistica; i primi lanci spaziali; le svariate applicazioni tecniche di tutti questi programmi; Le prime "Missioni" spaziali...
Ed ora? Ma ecco chi la pensa come me:


titanio44 [Set 20, 2008 at 12:44 PM]

Personalmente credo che il problema non riguardi solo questo specifico settore, vedi le missioni Apollo, ma sia generale, ovvero tutto ciò che riguarda la scienza e la tecnologia "derivata". Se osserviamo attentamente c'è stato a mio parere un periodo storico dove l'umanità, grazie a grandi menti, ha gettato le basi per una tecnologia davvero avanzata; in quei giorni, si era innescato un meccanismo quasi esponenziale e fantastico: il risultato fu/è nel fatto che la tecnologia di cui fruiamo oggi si basa su concetti "antichi", laddove per "antichi" intendo anche "vecchi" solo di 50 anni...
Oggi disponiamo di miglioramenti in prestazioni - quali i consumi energetici - dati dalla miniaturizzazione ad esempio, ma non vi è nulla di REALMENTE nuovo.
Se il flusso "creativo" di allora fosse continuato indisturbato ritengo che oggi - molto probabilmente - saremmo tutti molto più avanti. Facciamo una considerazione semplice, e prendiamo in prestito un semplice diffusore acustico degli anni 30 ed uno di oggi comperato al primo ipermercato: sostanzialmente non c'è nessuna novità tecnologica se non i materiali usati e i parametri di efficienza.

Divertitevi a trovare e comparare oggetti di tutti i giorni....e anche l'auto che guidate.
Tutto sembra si sia fermato, e la spinta iniziale è divenuta oggetto di contestazioni, di interpretazioni, Einstein sostiene che....Tesla disse questo......ecc ecc, esattamente come nella religione: una volta esplosa ed ascesa la Divinità, si interpreta quello che ha detto o fatto. Nella Bibbia si dice che..., Ezechiele ha visto questo.... ecc ecc. MA NESSUNO DICE O CREA PIU' NULLA!!!
Aeritel ci dice che Lazzarotti produce, usando un'ottica nemmeno tanto complessa, delle immagini della Luna molto definite ed ingrandite.
Quindi tutti le possiamo vedere ,ok......ma tralasciando i radiotelescopi, avete presente che genere di specchi siano montati sui più grandi telescopi ottici? E quali sensori ccd vi siano accoppiati? Diciamo semplicemente che, al confronto, le ottiche di Lazzarotti divientano poco meno di un giocattolo.
Eppure dobbiamo aspettare che il sig. Lazzarotti si rimbocchi le maniche e ci spieghi COME migliorare.

Tutto questo per dire che, personalmente, io credo che qualcuno abbia deciso ancora una volta per tutti noi "quando, quanto e che cosa" mangiare...

marco


E di risposta, dall'amministratore:

MareKromium [Set 20, 2008 at 02:03 PM]

Quoto Marco al 100%. Ma il periodo in cui "tutto si è fermato", se vuoi, te lo posso anche dire: è stato nell'AD 1982. Cosa è successo - che ha noi è "sfuggito" - nel 1982? Abbracci... PCF

ALIENI nelle BASI U.S.A. : verità o disinformazione?

Testimoni dichiarano di aver visto degli alieni nelle basi USA


Il governo USA avrebbe una relazione lavorativa con
Esseri Alieni, così affermarono 3 ignoti testimoni ad un programma di una radio californiana trasmesso nel giugno 1991. Il programma radiofonico di 4 ore, prodotto dalla KPFA-FM di Berkeley, era incentrato sul tema UFO, e la parte più esplosiva della serata furono le testimonianze di un imprenditore edile che dichiarò di aver visto addirittura degli alieni nella Base Aerea di Edwards e nell'installazione di China Lake;
quelle di un uomo che disse di aver visto dischi volanti decollare da un'installazione di Northrop, vicino Edwards; ed il resoconto di seconda mano fatto da una donna di un incontro tra alieni ed ufficiali militari USA. In più pare che da quella sera le trasmissioni della radio KPFA sugli UFO siano state sospese a tempo indeterminato.
Anche se nel giugno di quell' anno il produttore del programma, Ralph Steiner, promise più trasmissioni sull'argomento. Furono fatte delle richieste nel Forum della radio dagli ascoltatori che chiedevano perchè l' emittente radiofonica non parlasse più di UFO , e Steiner rispose con questo messaggio: "Non
parleremo più di UFO d'ora in avanti. Le persone che hanno testimoniato sono state minacciate e le loro vite sono in pericolo, ora".
Poi il Forum fece altre richieste a Steiner, che però non rispose più. Gli utenti allora ottennero la pellicola della trasmissione andata in onda a Giugno. Ecco un sunto delle dichiarazioni fatte dal teste n.1: stando alla trasmissione, le interviste furono registrate nell'aprile 1991 nelle comunità attorno alla base di Edwards nella Antelope Valley, California del sud.
Il 1° testimone dichiarò di essere un veterano del Vietnam, un Berretto Verde, premiato con medaglia al valor militare, oggi imprenditore edile e si occupava di progetti di costruzioni
nelle varie Basi di China Lake, Scott, Nellis, Edwards, ed Andrews. I progetti erano per lo più sotterranei. Strutture sotterranee sotto altre Basi sotterranee, nessuna delle quali somigliava ad una struttura militare normale, assolutamente. In un palazzo dove lavorò, alla base di Edwards, chiamato Haystack Buttes, [Haystack USAF Laboratory - R.Boylan], si impiegavano 5 minuti per scendere dalla superficie con l'ascensore. Doveva essere profondo circa 30 piani.
" E fu là che vidi per la prima volta un Alieno " - disse l'uomo - "Stavo percorrendo un corridoio e quelle porte si sono aperte, e così vidi un essere alquanto strano che catturò la mia attenzione per un istante. Era alto, indossava una uniforme da laboratorio e parlava con due ingegneri (umani). Le sue braccia arrivavano fino alle ginocchia! (Il film di Spilberg).
Ciò mi shoccò, e non poco! Poi le porte si richiusero. La sicurezza mi vide e mi intimò di andarmene subito".
"Il giorno dopo non andai al lavoro" -. Quando gli fu chiesto se l'essere fosse umano, l'uomo replicò: " Assolutamente no! Aveva enormi occhi a mandorla, un grande cranio, le dita lunghissime. Ma lo vidi per un paio di secondi non di più. Vidi solo ¾ del suo volto, ed era più alto di un giocatore di basket!". Il testimone dichiarò di avere avuto un secondo incontro con un umanoide. Lui ed un suo collega videro un Grigio alla Base Navale di China Lake. La sicurezza pensava che loro se ne fossero andati assieme ad altri due. Ma decisero di rimanere e finire il loro lavoro.
Superarono un hangar e il suo collega, un certo Paul, guardò per curiosità dentro ad una finestra, e vide 4 umanoidi bassi di statura, grigi. Anche questa volta la sicurezza li sorprese sul fatto e li accompagnò all'uscita.
Quel Paul fu licenziato.
Tre mesi dopo fu ritrovato misteriosamente morto a Orange County. " Ciò mi spaventò molto " disse il teste n.1 " Ma ho parlato lo stesso. So cosa vidi "
(Fonte: Richard J. Boylan, Ph.D; www.jps.net/drboylan; traduzione: Michela D. - Spazioufo.com)


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Riguardo ai Vimana - Considerazioni riassuntive odierne

Da quanto emerge dalla lettura di questi segreti, i Vimana erano velivoli dotati di una notevole manovrabilità ed equipaggiati con perfezionati mezzi di avvistamento. In alcuni esempi simili a quelli di cui sono dotati gli aerei attuali più perfezionati. Molto dissimili dalle moderne sono invece le armi difensive ed offensive di cui sono equipaggiati.

Particolarmente interessanti i continui riferimenti ad altri testi che ci fanno capire come il Vymanika-Shastra non sia un’opera originale, ma una specie di volgarizzazione di opere molto più vaste e, si presume, molto più precise che, almeno in parte, sembrano essere andate perdute. Queste conclusioni di Davenport ci trovano abbastanza d’accordo.

Ma noi desideriamo analizzare in modo più epistemologico il testo.

Innanzitutto abbiamo i primi tre segreti (il 1°, il 2° ed il 3°) che, come abbiamo indicato, hanno il sapore di una introduzione ad un manuale.

Quindi vi sono sei segreti (il 4°, il 10°, l’11°, il 21°, il 22° ed il 24°) che riguardano il pilotaggio del Vimana.

Questi indicano come e quando azionare gli opportuni interruttori per guidare accortamente in caso di turbolenze, come contrarre o espandere convenientemente le ali per effettuare diverse operazioni di volo, oppure come prevenire l’azione dell’energia elettrica esterna o quella delle correnti d’aria, o, in fine, per volare a zigzag.

Altri sei segreti (il 5°, il 6°, il 7°, il 19°, il 29° ed il 30°) insegnano manovre elusive o di camuffamento del Vimana.

Per far ciò sono usati sistemi di assorbimento o di riflessione della luce solare, sistemi di ionizzazione, sistemi chimici di condensazione, sistemi elettromagnetici di elusione radar.

Inoltre vi sono cinque segreti (il 9°, il 25°, il 26°, il 27°, il 28°) di tipo informativo.

Mediante questi sistemi vengono acquisiti dati del nemico o del territorio. I sistemi comprendono apparecchiature a raggi infrarossi, radar, televisivi, sonori e di indagine ambientale.

Due segreti (il 15° ed il 16°) sfruttano fenomeni fisici della natura per creare splendore come quello del mattino oppure aree di tenebre durante il giorno per motivi di difesa o offesa.

Ancora, tre segreti di tipo psicologico (il 12°, il 13°, il 14°), hanno il compito di far compiere ai piloti azioni consistenti nello spaventare confondere e stupire gli osservatori.

Infine sei segreti (l’8°, il 17°, il 18°, il 20°, il 23°, il 31°) sono più squisitamente militari di offesa, sfruttando le forze di tipo meteorologico, che stordiscono, squassano, paralizzano, rendono insensibili i nemici colpiti con tali sistemi.

L’unico segreto decisamente distruttivo e quindi mortale, è il 32° in cui si parla chiaramente di bruciare il vimana nemico.

Resta ancora un punto che occorrerebbe approfondire e cioè:

<>.

Se tale ipotesi è vera, molte delle conclusioni a cui possiamo giungere diventano immediatamente chiare. Sembra infatti ovvio che il manuale abbia lo scopo di mettere i piloti in condizione di guidare tali apparecchiature complesse, insegnando loro soltanto ad accendere e spegnere interruttori, spiegando per sommi capi i principi fisici su cui si basano, ma tentando di chiarire ai piloti l’obiettivo che si raggiungeva con determinate azioni. In tal modo diventava facile usare queste squadre per azioni tattiche inquadrate in un’azione strategica più complessa. Inoltre spiegando ai piloti quali armi usare per disorientare, confondere, eludere, terrorizzare, stordire, rendere incoscienti, mandare in coma ed in un solo caso uccidere il nemico bruciando il suo vimana, l’eventuale ritrosia ad agire contro i propri compatrioti veniva fortemente attenuata.

Il compito di questi piloti era quindi di tipo elusivo e di disturbo.

Ben altri piloti, i Precettori competenti forse, saranno stati i manovratori dei Vimana ben più complessi e ben più offensivi, come quelli che distrussero Mohenjo-Daro.

INTERPRETAZIONE AGGIORNATA DEI 32 SEGRET I DEGLI ANTICHI PILOTI DEI "VIMANAS

Introduzione

Il Vymanika-Shastra o <> è un testo composto dagli Ariani presumibilmente in epoca Vedica (1200 a.C. come data più recente). Il testo, tramandato oralmente per secoli, è stato dettato, in sanscrito, dal venerabile Subbaraya Sastri e quindi redatto su ventagli di foglie di palma, tra il 1918 ed il 1923.

Il dottor Josyer, direttore dell’International Academy of Sancrit Research di Mysore nel sud dell’India, lo ha tradotto in inglese e pubblicato nel 1952.

Il signor D. W. Davenport nel 1979, nel libro "2000 a.C.: distruzione atomica" ha dato una sua interpretazioni dei 32 segreti degli antichi piloti, tradotti in italiano dal testo inglese di Josyer confrontato con quello sanscrito, alla luce delle conoscenze del tempo.

Il libro è d’estremo interesse perché ci offre una gran quantità d’informazioni sui Vimana e la loro strumentazione.

[La parola Vimana - dice Davenport – è composta dal prefisso che significa o e dal suffisso che significa ; quindi l’esatta traduzione di è: ].

L’interpretazione del testo è continuamente aggiornata alla luce delle conoscenze scientifiche e dei passi, fatti dall’Uomo, nell’Astronautica.

In questo lavoro riporteremo in corsivo la traduzione, in italiano, dei segreti, fatta da Davenport. Sotto, le doppie parentesi acute [<< >>] conterranno l’interpretazione di Davenport, condivisa da noi, e di seguito sarà riportato l’aggiornamento fatto da A. Magenta e G. Perrone nel 2001 a.D. basato sulle più recenti conoscenze scientifiche.

Il contenuto dei 32 segreti si può riassumere, per grandi linee, in: una introduzione, in cui si indica il motivo per cui sono stati dettati, e tre tipi principali di segreti, quelli per difendersi dagli avversari con sistemi psicologici o elusivi, quelli per offendere il nemico con armi chimiche e fisiche e quelli dei sistemi d’indagine e raccolta dati.

Interpretazione dei 32 segreti


Questi segreti sono così spiegati da Siddhanaatha:

1) MAANTRIKA:

come prescritto nel "Mantraadhikaara", invocando le Mantras di Chhinnamasta, Bhairavee, Vgine, Siddhaamba, si acquista il potere di ghutikaa, paadukaa, visibile ed invisibile, ed altre Mantras con potenti erbe ed oli efficaci e Bhuvaneswaree Mantra, che conferisce poteri spirituali, per costruire vimana che non si rompono, non possono essere tagliati, non possono essere bruciati e non possono essere distrutti.

2) TAANTRIKA:

acquisendo Mahaamaaya, Shambara ed altri poteri tantrici si possono trasferire al vimana.

3) KRITAKA:

studiando architetti come Vishwakarma, Chhayaaparusha, Manu, Maya ed altri (il pilota o lo specialista) imparerà a costruire vimana di vari modelli.

Questi primi tre segreti oltre che considerarli: <>, come sostiene Davenport e come da sempre l’uomo ha interpretato affermazioni simili, possono, a nostro avviso, essere interpretati anche come "l’obiettivo del manuale, ed alcune prerogative cui il pilota deve far fronte". Infatti, dice correttamente Davenport: <> sotto la guida di un Precettore competente cioè di un pilota esperto.

Inoltre l’affermazione che i vimana non si rompono, deve essere vista come un confronto tra materiali, che la tecnologia dell’epoca metteva a disposizione, e non come una caratteristica della struttura globale del vimana. Se, infatti, i vimana erano realizzati, supponiamo, con materiali ceramici in lega di titanio, questa lega, confrontata col legno, la tela, il bronzo, il ferro o il vetro, materiali in uso all’epoca non si rompe, non si taglia non si brucia. E’ quindi facile affermare che il vimana realizzato con tale materiale appare indistruttibile.

In fine il riferimento al fatto che (il pilota o lo specialista) imparerà a costruire vimana di vari modelli può essere interpretato forse come la creazione di una scuola, allocata in prossimità di luoghi di atterraggio, di tecnici o specialisti capaci di effettuare la messa a punto del mezzo e provvedere ad alcune semplici manutenzioni.

Oppure si può supporre che l’equipaggio dei vimana fosse costituito da piloti e tecnici capaci di piccole riparazioni.

Visti in questa chiave, i tre segreti appaiono del tutto logici. Il riferimento allo studio di altre materie ed alla preparazione nel proprio mestiere risultano evidenti se si sceverano i tre segreti delle espressioni di tipo religioso-fideistico che le ammantano. In altre parole si consiglia allo studente di concentrarsi prima di iniziare lo studio.

4) ANTARAALA:

nel cielo, nelle regioni atmosferiche battute dal vento, nello scontro ai bordi di correnti potenti, il vimana inavvertito ha probabilità di essere schiacciato e ridotto in pezzi. Ma essendo avvertito dell’avvicinarsi di tali punti pericolosi, il vimana può essere arrestato e guidato con prudenza.

Il quarto mistero conferma a pieno l’interpretazione precedente relativa all’aspetto tecnologico dell’indistruttibilità dei materiali del mezzo. Si dice, infatti, che "ai bordi di correnti potenti, il vimana potrebbe essere schiacciato e ridotto in pezzi". La struttura dell’aeromobile quindi è vulnerabile e non indistruttibile.

Inoltre, dice Davenport: <>

A nostro avviso, l’immobilità non era dovuta alle correnti bensì era una caratteristica del vimana che, tra i tanti modi di volo, aveva anche la possibilità di essere arrestato.

Le altre informazioni contenute nel segreto sono, che i piloti studiavano anche le caratteristiche dell’atmosfera terrestre (come vedremo meglio nel quinto segreto) e che il Vimana era dotato di un radar meteorologico con cui il pilota poteva essere avvertito dell’avvicinarsi di punti atmosferici pericolosi, in modo che il vimana può essere arrestato e guidato con prudenza. Il riferimento alla guida con prudenza è illuminante sul tipo di addestramento impartito ai piloti di questi particolari Vimana.

Questo quarto mistero contiene, come è stato evidenziato, una rivelazione sorprendente relativa al Jet-stream che, con la sua autenticità scientifica, dà la certezza che, conoscenze di tale tipo non potevano essere terrestri, in un periodo in cui la tecnologia era molto primitiva.

Si deve concludere quindi che le conoscenze non sono dovute ad esperti locali o terrestri. L’unica ipotesi plausibile è quindi che, all’epoca della consegna di tali segreti, in India vi fossero presenze aliene.

5) GOODHA:

come spiegato nel , utilizzando i poteri Yaasaa, Viyaasaa Prayaasaa nell’ottavo strato atmosferico attorno alla terra, si attraggono i contenuti bui dei raggi solari e si possono usare per nascondere il Vimana ai nemici.

La frase, come spiegato nel ,… nell’ottavo strato atmosferico attorno alla terra, indica chiaramente che esistevano libri di meteorologia.

I piloti dei vimana includevano quindi, nella loro preparazione, anche studi sull’atmosfera terrestre, come abbiamo anticipato nell’interpretazione del quarto segreto.

Ancora, chiarisce Davenport: <<….se si considera che la luce è una vibrazione di frequenza variabile e che il nostro occhio è capace di avvertire una ristrettissima banda delle frequenze possibili (dai rossi ai violetti). ………. Se i piloti dei Vimana riuscivano a far sì che i loro velivoli riflettessero unicamente raggi di frequenza non percepibile, avrebbero potuto, almeno in teoria, diventare invisibili.>>

Le attuali conoscenze, però, ci spingono a chiederci se l’invisibilità di cui si parla nel segreto è solo ottica o anche Radarica cioè strumentale?

L’interpretazione ottica di Davenport, da noi condivisa, può essere ampliata supponendo una capacità camaleontica del Vimana di assumere colori totalmente coerenti con l’ambiente circostante in modo tale da renderlo invisibile. Se infatti le pareti esterne del vimana fossero costituite da strutture di forma piramidale o di sagoma opportuna, si otterrebbero colori riflessi simili al cielo o alle nuvole (come vedremo meglio nel settimo e nel ventinovesimo segreto).

Se invece si suppone che l’invisibilità potrebbe essere anche strumentale e cioè radarica, l’interpretazione più logica, alla luce delle attuali conoscenze, sarebbe che il Vimana fosse in grado di creare disturbi o echi radar casuali che rendono automaticamente invisibile il vimana agli occhi meccanici dei radar di ricerca perché le apparecchiature, ricevendo echi incoerenti, filtrerebbe automaticamente tali disturbi cancellando le loro tracce dagli schermi e quindi rendendo invisibile il Vimana, come avviene attualmente con gli Stealth, o aerei furtivi.

6) DRISHYA:

dalla collisione nell’atmosfera della forza elettrica e della forza del vento, viene creato uno splendore incandescente, il cui riflesso, catturato dallo specchio frontale del Vimana, può essere manipolato per produrre un Maaya-Vimana, o Vimana camuffato.

Il fenomeno descritto nella prima parte del segreto, scoperto soltanto dopo gli anni trenta, è quello della ionizzazione dell’atmosfera prodotta dal vento solare che ionizza le molecole dei gas presenti nei vari strati atmosferici. Le molecole, cui vengono strappati uno o più elettroni, si trovano in uno stato eccitato e cioé riscaldato. Questi ioni, attraendo gli elettroni liberi prossimi a loro si deionizzano emettono fotoni, viene quindi creato uno splendore incandescente. Tali fenomeni producono, sia il tremolio della luce che attraversa lo strato ionizzato sia la creazione di miraggi, dovuti dalla riflessione totale della luce che colpisce gli strati termicamente eccitati con opportuni angoli di incidenza.

Dal segreto si evince che lo specchio frontale del Vimana è forse in grado di dirigere luce laser verso strati atmosferici ionizzati dando origine ad un miraggio, o Vimana camuffato. Abbiamo ancora un segreto che anticipa conoscenze scientifiche che l’Uomo acquisirà solo in tempi recenti.

7) ADRISHYA:

secondo il , per mezzo del Vynarathya vikarana ed altri poteri nel cuore della massa solare, si possono attrarre le forze del flusso etereo nel cielo e mescolarle con il Balaahaa-vikarana shkati nel globo aereo, produrre in questo modo una copertura bianca che renderà il Vimana invisibile.

Questo settimo segreto, così come il sesto, si riferisce ad alcuni fenomeni fisici prodotti dal sole sull’atmosfera terrestre, che vengono sfruttati dal Vimana per camuffarsi. Il fenomeno descritto in questo settimo segreto è quello della condensazione dell’aria ottenibile elettricamente sfruttando gli strati ionizzati dell’atmosfera e mescolarli con il Balaahaa-vikarana shkati nel globo aereo, per generare forse un rapido raffreddamento del Vimana che produce, una copertura bianca che renderà il Vimana invisibile, cioè una nebbiolina che consentirà di confondere il Vimana con una nuvola. La teoria dei cumulonembi, di recente formulazione, spiega, in modo dettagliato, quello che il vimana fa in questo segreto. La nostra tecnologia non è ancora in grado di farlo, ma abbiamo le capacità tecnologiche per realizzare questo trucco, senza che si creino problemi insormontabili per i nostri esperti.

8) PAROKSHA:

secondo il , o Scienza della Nascita delle Nubi, entrando nel secondo strato delle nubi estive e attraendo il potere interno con lo specchio di attrazione di forza del Vimana, e applicando al Parivesha o alone, del Vimana, si genera una forza paralizzante e i Vimana nemici sono messi fuori uso.

Questo ottavo segreto continua lo stesso discorso, iniziato nel settimo, relativo alla creazione ed allo sfruttamento delle nuvole. Scrive Davenport: <>

Va sottolineato che la descrizione del procedimento da usare per sfruttare al meglio il fenomeno fisico delle nuvole cariche elettricamente è in questo caso molto interessante. Si consiglia infatti di prelevare il potere interno… entrando nel secondo strato delle nuvole estive.

Tale soluzione è suggerita per ridurre al massimo i pericoli per il Vimana attaccante.

Infatti prelevando le cariche entrando nel secondo strato della nuvola, cioè al centro dove non vi sono cariche elettriche accumulate, scegliendo di prendere le cariche in base al punto in cui si trova il vimana, (cioè positive se è leggermente in alto o negative se è leggermente in basso rispetto al punto mediano della nuvola) queste risulteranno della stessa polarità di quelle esterne alla nuvola. Ciò evita la scarica tra la nuvola ed il Vimana carico.

L’operazione consente forse di sfruttare anche, oltre alla scarica inviata dal Parivesha del Vimana attaccante sul Vimana nemico, una seconda scarica prodotta dalla parte esterna della nuvola verso il Vimana colpito in precedenza ed opportunamente caricato rispetto alla sua posizione relativa alla nuvola, rafforzando in tal modo l’azione con due fulmini consecutivi, uno del vimana ed uno della nuvola.

La nostra continua ripetizione e sottolineatura del concetto: "che le nozioni scientifiche del manuale risultano esatte" serve solo a rafforzare l’idea che non si tratta di immaginazione o di supposizioni che risultano per caso corrette, bensì di conoscenze scientifiche reali note ai "Precettori competenti".

E’ certo che tali conoscenze fossero ignote ai nostri antenati sia all’epoca della comunicazione sia a quella della dettatura e stesura di tali segreti. La struttura dei cumulonembi è infatti un’acquisizione recente. Purtroppo non disponiamo dei molti testi cui fanno riferimento i diversi segreti, ma nessuno può affermare che tali conoscenze, anche se scritte su testi antichi, fossero patrimonio della conoscenza terrestre, dal momento che abbiamo dovuto impiegare secoli se non millenni per renderli patrimonio della nostra conoscenza.

9) APAROKSA:

secondo il , con la proiezione del raggio di luce Rohine, le cose di fronte al Vimana sono rese visibili.

<> interpreta correttamente Davenport.

Ma, attualmente, la più recente tecnologia è in grado di produrre anche radar ad infrarossi ed in altre gamme di frequenze. Il segreto quindi potrebbe riferirsi anche a tali tipi di radar in grado di vedere dentro le nuvole o nello sfondo a colori uniformi, eventuali Vimana camuffati.

Decisamente la tecnologia dei Vimana anticipa in modo straordinario ciò che noi stiamo raggiungendo solo ora, 4000 anni dopo.

10) SANKOCHA (CONTRAZIONE):

come prescritto nel Yantraango-pasamhaara, quando il Vimana sta andando in velocità, con le ali completamente stese e c’è un pericolo davanti, azionando il settimo interruttore del Vimana, le sue parti possono essere fatte contrarre.

Sostiene Davenport: <>

Una conferma indiretta di tale procedura viene dalle testimonianze relative all’ondata Belga del 1989-90. I Vimana di tale ondata si comportarono come descritto nel decimo segreto, variando le dimensioni e cambiando il moto.

11) VISTRITA:

secondo l’ quando il Vimana è nella corrente aerea centrale nella prima e nella terza regione del cielo, azionando l’interruttore nell’undicesima sezione del vimana, questi si espande convenientemente.

<> afferma correttamente Davenport.

Il decimo e l’undicesimo segreto ci risultano, stranamente, estremamente chiari perché la nostra recente tecnologia ha creato aerei con ali ad ampiezza variabile e regolabile che consentono di operare esattamente come indicato nel testo sanscrito. La scienza del volo nell’atmosfera era perfettamente conosciuta all’epoca. La tecnologia offre le stesse soluzioni meccaniche quando si conoscono le leggi dell’aerodinamica. Non dimentichiamo che tali nozioni non erano note ai nostri antenati nel secondo millennio a.C. né, nel primo quarto del ventesimo secolo, si disponeva di tali tecnologie.

12)VIROOPA KARANA:

come affermato nel , producendo il 32° tipo di fumo con l’apposito meccanismo, caricandolo con la luce delle ondate di calore nel cielo e proiettandolo attraverso il tubo Padmaka Chakra sullo specchio Vyroopya, cosparso d’olio bhiravee in cima al Vimana, e facendolo girare al 123° tipo di velocità, ne emergerà una forma fiera e terrificante del Vimana che causerà grande spavento in chi guarda.

13) ROOPAANTARA:

come stabilito nel , preparando gli oli griddhrajihwaa, kunbhinee e kaakajangha e ungendone lo specchio distorcente del Vimana, applicandovi il 19° tipo di fumo e caricandolo col Kuntinee shakti nel Vimana, ne appariranno forme come il leone, la tigre, il rinoceronte e il serpente, la montagna e il fiume che confonderanno e stupiranno gli osservatori.

14) SUROOPA:

attraendo i 13 tipi della forza Karaka menzionati nel , applicando aria sovraccarica di neve e proiettandola attraverso il tubo convettore d’aria verso gli specchi pushpinee-pinjula nel lato anteriore destro del Vimana e focalizzandoli sopra il raggio Suragha, apparirà a chi guarda il Vimana una donzella celeste coperta di fiori e di gioielli.

Questi tre segreti potremmo annoverarli tra quelli di tipo difensivo, o più correttamente, di tipo elusivo - psicologico.

Essi insegnano, secondo la giusta interpretazione di Davenport, in che modo devono operare i piloti, con gli apparecchi disponibili sul Vimana, per realizzare: << … una specie di cortina fumogena dalle dimensioni controllate, adatta a spaventare (e quindi tenere lontane) le popolazioni indigene, piuttosto che a produrre un qualche effetto sui veicoli nemici.>>

Le dettagliate spiegazioni sul modo di operare, pur se di difficile interpretazione letterale (solo perché non disponiamo della corretta chiave interpretativa), sono tutte interpretabili, attualmente, come procedure atte a creare chimicamente, con vari tipi di fumo e mediante opportuni specchi rotanti e distorcenti, ologrammi di vimana o di animali giganti, proiettati su una porzione di cielo opportunamente preparata.

Sono molto interessanti i riferimenti relativi alla produzione di sostanze chimiche diverse indicate come 19° o 32° tipo di fumo, al caricamento degli specchi ricoperti opportunamente di oli del tipo bhiravee, griddhrajihwaa, kunbhinee e kaakajangha ed alla proiezione delle diverse immagini tramite il tubo Padmaka Chakra o Kuntinee shakti o convettore d’aria che sono focalizzati sugli specchi rotanti. L’estensore si sforza di chiarire ai piloti i fenomeni che si producono a seguito delle loro azioni sui meccanismi di bordo, senza spiegare l’intima essenza dei gas.

E’ particolarmente rilevante notare la descrizione del 14° segreto in cui applicando aria sovraccarica di neve e proiettandola attraverso il tubo convettore d’aria verso gli specchi pushpinee-pinjula nel lato anteriore destro del Vimana e focalizzandoli sopra il raggio Suragha, apparirà a chi guarda il Vimana una donzella celeste coperta di fiori e di gioielli.

Il raggio Suragha, a nostro avviso può essere interpretato come raggio Laser. Ma la cosa più sorprendente è che tale fenomeno, studiato da Malanga e Pinotti come "fenomeno BVM", potrebbe senz’altro essere interpretato come la realizzazione di un ologramma, interpretato per secoli dai testimoni come l’apparizione della Beata Vergine Maria.

In fine la creazione di fiori e di gioielli si può spiegare se si realizzano intorno all’immagine, mediante aria sovraccarica di neve, cristalli di ghiaccio che diffrangono la luce creando riflessi colorati che ricordano i fiori o le pietre preziose. L’impreparazione tecnica, l’illusione ottica e lo stato psicologico del testimone fanno il resto.

15) JYOTIRBHAAVA:

come affermato nel dal Samgnaa e altri 16 digitis dello splendore solare, attraendo il 12° e 16° digitis e focalizzandoli sulla forza dell’aria nella sezione Mayookha del quarto sentiero del cielo, e similmente, attraendo la forza dello splendore etereo e mescolandola con lo splendore del settimo strato della massa d’aria e poi proiettando queste forze attraverso i tubi del Vimana sulla sezione dello specchio ghuaa-garha, sarà prodotto un ricco splendore come quello del sole del mattino.

Effettivamente il passo può essere interpretato, con Davenport, come: <>

L’uso della parola digitis ed il chiaro riferimento all’azione della focalizzazione sulla forza dell’aria nella sezione Mayookha del quarto sentiero del cielo, fanno nascere, ad un contemporaneo, sia l’idea della luce Laser, sia quella della luce solida che, mediante campi elettromagnetici quantizzati o "digitalizzati" e "focalizzati", può essere diretta, con opportuni specchi elettromagnetici, (specchio ghuaa-garha?) in qualsiasi direzione ed a qualsiasi distanza.

Il colore di tale luce può variare a seconda dell’energia e della frequenza usata per produrre tale luce, ma spesso, almeno sulla base dell’esperienza delle osservazioni fatte nella maggior parte delle osservazioni di OVNI, essa varia dal bianco all’arancio, cioè al colore simile a quello del sole del mattino.

16) TAMOMAYA:

come è descritto nel per mezzo dello specchio della forza buia, catturare la forza dell’oscurità, passarla attraverso il meccanismo Thamo nella sezione Nord-Ovest del Vimana, e azionando un interruttore, si produce a mezzogiorno la totale oscurità di una notte di luna nuova.

In questo segreto si afferma che esiste il meccanismo Thamo capace di inviare, in una parte di spazio, opportune onde luminose che riescono a produrre il buio.

L’operazione è tecnicamente fattibile se si inviano in un determinato spazio onde elettromagnetiche di uguale intensità, ma di fase opposta rispetto a quelle esistenti in tale area, in modo da annullare la propagazione delle onde elettromagnetiche nella gamma del visibile. In tal modo si creerebbe, al pari dell’effetto diapason per il suono, un effetto diapason per la luce realizzando, a mezzogiorno, per gli occhi degli osservatori, una zona buia simile ad una notte di luna nuova, come dice correttamente il segreto.

17) PRALAYA:

come descritto nel libro della distruzione, attraendo i cinque tipi di fumo attraverso il tubo della macchina concentratrice, nella parte frontale del Vimana, e immergendoli nella nube del fumo menzionata in , e spingendola per mezzo di energia elettrica, attraverso il tubo aereo dai cinque rami, si distrugge tutto come in un cataclisma.

L’interpretazione da noi data della parola "fumo" è che con questa l’estensore fa riferimento ad un composto chimico.

In tale ottica, la combinazione di composti chimici di opportuna natura è in grado di creare, in molti casi, reazioni violente o dirompenti con spostamento d’aria di notevole intensità che può essere facilmente assimilata alla creazione di "vento".

Alla luce di tale interpretazione si può pensare, con Davenport: <>, o, se vogliamo:<< una sorta di arma meteorologica capace di produrre un piccolo uragano in una zona limitata.>>

Si evidenzia, anche in questo caso, come in altri cinque segreti, la tendenza dei vimana all’uso di armi offensive che sfruttano le forze meteorologiche della natura.

18) VIMUKHA:

come menzionato nel , proiettando la forza del Kubera, Vimuka e della polvere velenosa Vyshawaanara, attraverso il tubo dello specchio Roudree e azionando l’interruttore del meccanismo dell’aria, si produce una totale insensibilità e coma.

<> Questa interpretazione di Davenport è da noi condivisa appieno.

Desideriamo comunque far notare che questa è una delle due armi che potrebbero produrre la morte dell’avversario. Però dal momento che si parla di coma, si potrebbe supporre che la vita del nemico possa essere ancora salvata se il coma non fosse irreversibile.

19) TAARA:

mescolando con le forze eteree 10 parti di forza dell’aria, 7 parti di forza dell’acqua e 16 parti di splendore solare, e proiettandole, per mezzo dello specchio a stella attraverso il tubo frontale del vimana, si crea l’apparenza di un cielo stellato.

In questo segreto ci troviamo di fronte ad un tentativo di spiegazione di qualcosa che per noi resta non chiara. Infatti se si tratta di una formula chimica, questa è molto ermetica. La stessa cosa si può dire se si tratta della creazione di un fenomeno fisico.

Per Davenport: <>

Certamente se l’obiettivo fosse l’elusione ottica nei confronti del nemico, tale interpretazione sarebbe corretta, ma se ci si riferisse ad elusione radar, si potrebbe pensare ad echi radar di disturbo per confondere eventuali missili nemici in attacco.

20) MAHAASHABDA VIMOHANA:

concentrando la forza dell’aria nei sette tubi del Vimana e azionando un interruttore si produce, come stabilito nel , un crescendo di tonante rumore che fa tremare la gente di paura, la stordisce e la rende insensibile.

<> - afferma Davenport: - < sono ben descritti: prima lo spavento per il rombo di cui è ignota l’origine, poi lo stordimento e finalmente, quando il suono diventa insopportabile, lo svenimento. Ci troviamo di fronte ad un’arma di indubbia efficacia se usata da un Vimana contro un esercito a terra. Con un mezzo del genere è realmente possibile, ad un solo , eliminare parecchie centinaia di avversari, se sono concentrati in una zona relativamente piccola.>>

I sette tubi e le sette note sono facilmente interpretabili, così come il crescendo di tonante rumore dovuto anche all’uso di ultrasuoni, che stordisce e fa svenire gli avversari.

Come al solito, se il fenomeno ci è noto l’ermetismo del segreto scompare, e si evidenzia una incredibile precisione della descrizione.

21) LANGHANA:

come stabilito nel , quando si passa da una corrente d’aria in un’altra, il Vimana affronta lo splendore baadaba del sole e prende fuoco. Per prevenire, l’energia elettrica e l’energia dell’aria del Vimana devono essere congiunte e centrate nel centro vitale del Vimana e, azionando un interruttore, il Vimana salterà verso la salvezza.

Ecco un passo che, sottolinea Davenport, senza le recenti conoscenze astronautiche

Tutti noi invece sappiamo bene, oggi, dopo le esperienze degli Apollo e delle Soyuz che, ogni qual volta si rientra nell’atmosfera, quando si passa da una corrente d’aria in un’altra, si crea un attrito sul mezzo che col calore prodotto gli farebbe prendere fuoco. L’autore del testo descrive la situazione con la seguente frase non più sibillina, il Vimana affronta lo splendore baadaba del sole e prende fuoco. Per prevenire tale situazione, dovuta sia alla ionizzazione che si produce intorno al Vimana, l’energia elettrica, sia all’energia termica dovuta all’attrito con l’atmosfera, l’energia dell’aria, si suggerisce di concentrare tali forze distruttrici nella zona in cui vi sono le protezioni termiche ed elettriche o centro vitale, costituito da piastre ceramiche termoresistenti, ed inclinando opportunamente il mezzo si salterà verso la salvezza. L’uso del verbo "Saltare" dà l’idea dello splash che fa l’oggetto quando, nel rientro a terra, impatta con gli strati più densi dell’atmosfera. Come si può notare la descrizione risulta, ai nostri occhi, chiara, coerente e fedele, dal momento che siamo in grado di applicare il 21° segreto.

22) SAARPA-GAMANA:

attraendo il dandavaktra e le altre sette forze dell’aria, e aggiungendovi raggi solari, passando attraverso il centro zig-zagheggiante del Vimana e azionando un interruttore, il Vimana assumerà un andamento a zig-zag come un serpente.

dice Davenport.

Ma se un lettore attento ed interessato alla conoscenza, leggesse il dossié "Vague d’OVNI sur la Belgique" edito dalla SOBEPS, nel 1991 ed in particolare il Capitolo 6. La detection radar, scoprirebbe, a pag. 370 del primo volume, la Figura 6.6, inserita nel testo dal Professor A. Messen, dell’Università Cattolica di Lovanio. In questa interessantissima figura viene riportata la traiettoria di un oggetto inquadrato dal radar di bordo di un F-16, alzatosi in volo per inseguire l’oggetto registrato dai radar a terra di Glons e Semmerzake nel dicembre del 1989. Quale non sarebbe la sorpresa del lettore nel costatare che tale OVNI si muove a zig-zag, proprio come consiglia il 22° segreto. Questo tipo di volo, decisamente inconsueto per gli aerei dei nostri giorni, sembra essere la normale procedura di volo degli OVNI, forse legata alle necessità del momento o alle caratteristiche dei motori di bordo dell’oggetto, sicuramente controllati da un calcolatore, dal momento si fa esplicito riferimento ad interruttori da commutare e quindi a sistemi elettrici predisposti per l’esecuzione delle manovre.

23) CHAPALA:

quando si avvista un vimana nemico, azionando un interruttore nel centro di forza della sezione mediana del Vimana a 4087 giri all’ora atmosferica, sarà generata un’onda di velocità, che squasserà il vimana nemico.

Questo segreto è molto interessante per i diversi spunti tecnici riportati.

Per prima cosa, in accordo con Davenport: < …, si desume che i Vimana erano in grado di creare fortissime turbolenze e di dirigerle verso un bersaglio preciso. Nulla di simile è ancora stato messo a punto, almeno a nostra conoscenza.>>

Ma ciò che più affascina è sia il dato scientifico della rotazione a 4087 giri all’ora atmosferica che risulta essere una rotazione multipla di p [pari a 1300 • p] sia, in particolare, il riferimento all’ora atmosferica, tipica misura del tempo locale e non universale. Quest’ultimo dato risulta estremamente corretto dal punto di vista puramente tecnico, e meraviglia per la sua precisione.

Infine la creazione di un’onda di velocità, è un chiarissimo riferimento alla padronanza della forza di gravità che noi non siamo ancora in grado di controllare, ma che, a quanto pare, è una delle armi a disposizione dei Vimana [ vedi i segreti 17°, 20°, 23°].

Sempre più tali segreti stanno diventando un manuale tecnico comprensibile anche ai nostri piloti contemporanei. Uno studio più approfondito e specifico potrebbe quindi consentirci di interpretare meglio la tecnologia in uso sui Vimana.

24) SARVATOMUKHA:

quando una formazione di vimana nemici arriva all’attacco, azionando l’interruttore nella corona del Vimana, lo si fa girare con agilità e fronteggiare gli attacchi da ogni lato.

Sostiene correttamente Davenport: <>

Il dubbio di Davenport può essere immediatamente fugato se si suppone che i piloti dei Vimana siano seduti su postazioni collegate cardanicamente al Vimana ed abbiano di fronte a loro un set di video che controllino l’esterno.

In una situazione del genere mentre il Vimana gira come una trottola, il pilota girerebbe in senso inverso annullando l’effetto trottola su di se, e mantenendo una posizione immobile rispetto alla forza gravitazionale esterna. In tale situazione potrebbe fronteggiare i vimana nemici con le sue armi situate sul rivestimento esterno del vimana, senza essere sottoposto ad azioni gravitazionali insopportabili.

Un’altra interpretazione potrebbe essere che, solo le flange esterne del vimana ed i relativi sistemi di difesa, siano l’unica parte del vimana a girare.

Ancora una volta si evince che la tecnologia dei Vimana controllava tutte e tre le forze fisiche conosciute, elettriche, magnetiche e gravitazionali.

25) PARASHABDA GRAAHAKA:

come spiegato nel , o Scienza dell’Elettronica, per mezzo del meccanismo catturatore di suoni nel Vimana, si possono sentire le parole e i suoni negli aerei nemici che volano nel cielo.

<> Conclude Davenport nel 1979.

Ma anche noi, ora nel 2001, possiamo farne a meno, potremmo rispondere attualmente a Davenport.

Riportiamo, l’interpretazione corretta di Davenport, perché ci consente di dimostrare come lo sviluppo della tecnologia terrestre permette di reinterpretare questi segreti, (o questo manuale), rendendo le indicazioni riportate perfettamente comprensibili, man mano che progrediamo nella tecnologia e nella conoscenza. Oggi infatti quasi tutti i contemporanei conoscono le sofisticate apparecchiature elettroniche realizzate dalla tecnologia e messe a disposizione delle forze di sicurezza e di intelligence per le famose intercettazioni ambientali.

26) ROOPAAKARSHANA:

per mezzo del meccanismo fotografico del Vimana, si ottiene un’immagine televisiva dell’interno di vimana nemici.

Ecco un altro esempio in cui, seguendo Davenport dovremmo concludere: >

Ma quanta fantascienza abbiamo reso scienza realizzando il GSM o i sistemi UMTS. Ricordate Star Trek. Quando la serie cinematografica fu inventata il telefonino video portatile che collegava il capitano Kirck all’Interprice era fantascienza, chiedetelo ora ai nostri figli! Ed il teletrasporto? E la luce solida? Tutta fantascienza? Ma per quanto tempo ancora?

Diamo tempo alla tecnologia e la fantascienza diventerà realtà, se crediamo che testi, come quello che stiamo analizzando non siano pure invenzioni o fantasie di visionari, ma descrizioni di apparecchiature realizzate, in altri tempi, da tecnici preparati che conoscevano bene la fisica.

27) KRIYAAGRAHANA:

girando la chiave sul fondo del Vimana, si fa apparire uno schermo bianco. Elettrificando i tre acidi nella parte Nord-Est del Vimana, e sottoponendoli a 7 tipi di raggi solari e passando la forza risultante dentro il tubo dello specchio Thrisheersha e facendo in modo che lo schermo sia di fronte allo specchio, e girando la chiave superiore, tutte le attività che sono in corso sul terreno verranno proiettate sullo schermo.

L’interpretazione nell’insieme corretta di Davenport che recita: <> non rende giustizia alla descrizione o resoconto fatto in questo segreto. Infatti la prima nozione fisicamente giustissima, è quella che girando una chiave compare uno schermo bianco. Si fa chiaramente riferimento ad uno schermo video che, quando è spento, risulta scuro all’osservatore ed appena acceso diventa bianco. La seconda serie di informazioni fisiche corrette è riassunta dalla frase Elettrificando i tre acidi, in cui sia il numero tre, sia il tipo di sostanza, gli acidi, sia l’operazione elettrificando sono tutte minuziosamente esatte. In effetti attualmente gli schermi al plasma più moderni usano picksel che vanno stimolati elettricamente e che contengono tre gas differenti, necessari per creare i tre colori fondamentali Verde, Rosso, Blu.

Ma le sorprese non sono finite. Nel segreto si dice che i tre acidi devono essere, sottoposti a 7 tipi di raggi solari. Anche questa informazione è fisicamente corretta. Infatti per riprodurre tutte le sfumature dei colori naturali, nei moderni cinescopi occorre procedere alla modulazione dei tre colori principali con i sette colori dell’arcobaleno. Infine passando la forza risultante dentro il tubo dello specchio Thrisheersha e facendo in modo che lo schermo sia di fronte allo specchio, girando la chiave superiore, tutte le attività che sono in corso sul terreno verranno proiettate sullo schermo.

Se qualcuno ha ancora dubbi sulla efficace, dettagliata ed esatta descrizione di un moderno proiettore televisivo a colori con schermo a plasma, che occorre accendere, girando la chiave superiore, [girando la chiave dell’interruttore in alto] e passando la forza risultante dentro il tubo dello specchio Thrisheersha [ed inviando il segnale modulato nel tubo catodico] facendo in modo che lo schermo sia di fronte allo specchio [ponendo lo schermo di fronte al proiettore], riteniamo che desideri solo evitare di arrendersi all’evidenza.

Un lettore attento, ma non particolarmente preparato tecnicamente potrebbe dare una descrizione migliore o differente?

28) DIKPRADARSHANA:

girando la chiave sul fronte del Vimana, il meccanismo dishaampati mostrerà la direzione dalla quale l’vimana nemico si sta avvicinando.

Davenport brevemente conclude: <> No comment!

Occorre però sottolineare un sottile, ma chiaro ed onesto, comportamento psicologico del redattore di questo manuale. La sua correttezza intellettuale è tale che, o perché non ha ricevuto istruzioni chiare, o perché non le ha capite, si limita a riportare, in questo come in altri casi, l’essenziale di uno strumento indicandone l’uso e non la sua costruzione dettagliata, come ha fatto nel segreto 27° precedente.

29) AAKAASHAAKAARA:

stando al , mescolando una soluzione di mica nera con neem e decotto bhoonaaga, e ungendone le parti esteriori di un Vimana fatto di placche di mica ed esponendolo ai raggi del sole, il vimana apparirà come il cielo e diverrà indistinguibile.

<> sostiene Davenport. Ma la descrizione è illuminante non solo perché ci spiega che il Vimana è costruito con placche di mica o con mattonelle ceramiche o leghe ceramiche-metalli come abbiamo sempre supposto, ma anche perché tali mattonelle, opportunamente verniciate nella parte esterna, ungendone le parti esteriori, cambiano l’assorbimento e la riflessione dei raggi solari cambiando quindi il colore del Vimana. L’uso di tale tecnologia è diventato normale per la NASA negli ultimi anni, per costruire aerei o capsule speciali.

30) JALADA ROOPA:

mescolando succo di melograno, bilva o olio di bael, sale di rame, nero fumo, granthica o liquido gugul, polvere di mostarda e decotto di scaglia di pesce, e aggiungendo conchiglie di mare e polvere di rocce di sale e raccogliendo il fumo della soluzione, inondandolo del calore solare che avviluppa la copertura, il Vimana apparirà come una nuvola.

La prima interpretazione data da Davenport sottolinea giustamente che: < al Vimana, nascondendolo.>>

A nostro avviso invece, un chimico esperto potrebbe chiarire gli ingredienti e le procedure, in quanto la descrizione segue le stesse modalità di precisione nella descrizione già usate nel 27° segreto. Occorre innanzitutto sottolineare che, fino a Mendeleievv e comunque non prima del XVIII° secolo, gli alchimisti erano soliti non parlare di sali, basi o carbonati di calcio, bensì, per le loro formule, usavano la descrizione degli elementi o componenti che contenevano le sostanze necessarie alla realizzazione della formula chimica desiderata. Non era inusuale quindi leggere formule contenenti frasi come succo di melograno per indicare l’uso di zuccheri e vitamine, nero fumo, per riferirsi al carbonio o conchiglie di mare e polvere di rocce per indicare silicati e carbonati.

Lo strano intruglio, sottoposto al processo di distillazione, produceva il fumo della soluzione, o più precisamente il gas, come abbiamo più volte indicato. Questo era trasformato in nuvola, inondandolo del calore solare che avviluppa la copertura.

L’azione di inondare il gas con il calore solare che avviluppa il Vimana, fa forse riferimento sia ad azioni termiche sul composto, sia ad azioni elettrriche o magnetiche per tenerlo aderente allo scafo del Vimana.

Anche in questo caso ciò che a prima vista può sembrare un racconto incomprensibile può diventare, per un esperto chimico moderno, molto chiaro.

Si dimostra quindi, ancora una volta ed in modo palese, che le descrizioni riportate nel manuale non sono racconti di un sognatore o bufale di un imbonitore, ma descrizioni precise di fenomeni concreti, fatte da un inesperto dotato di una preparazione tecnica non molto approfondita, ma sufficiente per un racconto preciso ed esatto delle apparecchiature descritte e dei fenomeni che esse producono.

31) STABDHAKA:

proiettando il fumo avvelenato Apsmaara nel tubo situato nella parte Nord del Vimana, e scaricandolo col meccanismo Stambhana, la gente negli aeroplani nemici sarà resa incosciente.

<> sostiene correttamente Davenport, e prosegue: <>

Un’altra interpretazione sarebbe possibile se si conoscesse il meccanismo Stambhana.

Noi possiamo supporre che il gas era in grado di entrare nei Vimana nemici sia sfruttando le connessioni del vimana con l’esterno, sia supponendo che tale meccanismo era capace di aprire un varco nel Vimana nemico vettorando il gas su opportuni campi magnetici modulati.

L’ipotesi che tale gas fosse capace di un’alta penetrazione, almeno con le conoscenze tecniche attuali, richiederebbe ipotizzare strani gas capaci non solo di non disperdersi nell’aria, ma di attraversare per diffusione pareti solide o cristalline.

32) KARSHANA:

quando vimana nemici arrivano in forza per distruggere il tuo Vimana, mettendo in fiamme il Jwaakine shakit nel Wyshwaanara-naal, o tubo situato sull’ombelico del vimana, e girando le chiavi delle due ruote ad 87 gradi, il rovente Shakti avvilupperà il vimana nemico e lo brucerà.

Per questo ultimo segreto dobbiamo concordare con Davenport che afferma: <
Potrebbe trattarsi di un raggio laser, o di un missile incendiario o di qualunque altra cosa.>>

La nostra conclusione, al giorno d’oggi, è che il testo ci sembra ermetico solo perché la tecnologia moderna non ha ancora prodotto strumenti capaci di fare quanto descritto. L’unica indicazione interessante per proseguire nelle ricerche è il riferimento alle ruote ad 87 gradi. Un angolo decisamente strano.

Infine notiamo che questo è l’unico segreto in cui apertamente si parla di distruzione del nemico.



Questi sono i 32 segreti che devono essere conosciuti dai piloti, secondo Siddhanaatha.

La conclusione del manuale è tipicamente orientale. Sembra di leggere un testo sacro, se non fosse che le nostre conoscenze sono tali da farci interpretare correttamente quanto ci viene tramandato. Le conclusioni provvisorie a cui noi siamo giunti, per il momento, alla fine di questo lavoro, sono riassunte nel capitolo seguente.

La conclusione definitiva non è ancora possibile raggiungerla ora perché manchiamo di molte informazioni importanti che forse scopriremo nel prossimo futuro, chissà forse con il ritrovamento di alcuni dei testi riportati e, speriamo, gelosamente custoditi come testi sacri in qualche sperduto monastero tibetano o indiano. Questo lavoro si prefigge di spingere altre intelligenze a proseguire nelle interpretazioni dei segreti che ci sono stati affidati.

2000 a. C. ESPLOSIONE ATOMICA

Ora parliamo un po di antichità, precisamente dei famosi "VIMANAS"



David W. Davenport, un inglese, ma nato in India, esperto di Sanscrito e di tradizioni indiane, sembra oggi rinverdire le esperienze di Schliemann e dei suoi rapporti con l'archeologia ortodossa.

David, dunque ha approfondito lo studio dei testi Vedici, partendo dal presupposto, tutto indiano, che quanto dicono i manoscritti non deve essere interpretato in chiave simbolico-mitologica, ma storica.

David tornò in occidente con le prove di un 'ESPLOSIONE ATOMICA nell'Antichità!

I reperti raccolti nella zona ritenuta l'epicentro della deflagrazione a Mohenjo-Daro ( luogo di morte, oggi ), una volta: Suvarnaka-Lanka, sono stati sottoposti a rigorose analisi da parte degli esperti del C.N.R. Con risultati imprevedibili per tutti, tranne che per David.

Gli oggetti riportati ( bracciali, anfore, bronzi, pietre ) appaiono come fusi, vetrificati, per effetto di un calore dell'ordine di circa 1500°, cui è seguito un brusco raffreddamento, in una frazione di secondo!

Nessun evento o calamità naturale poteva condurre a risultati del genere, ne eruzioni vulcaniche, ne meteoriti, ne alluvioni, ne terremoti ( esiste ancora un pozzo funzionante ), ne tanto meno battaglie convenzionali nelle quali fossero impiegati armamenti dell'epoca.

“ Un'esplosione atomica non è poi cosa tanto sorprendente” sostiene Davenport.

“ I testi Vedici parlano di mezzi aerei ( i famosi Vimanas ) e di armi sofisticate quali soltanto oggi potremo immaginare. Dal che si deduce che CHI impiegava una tale tecnologia era in grado di servirsi di energie di tipo Atomico”.

E' un ragionamento che non fa una grinza. Infatti non è pensabile che Valmiki, autore del Ramayana, e gli altri più o meno sconosciuti estensori dei testi Vedici possedessero una fantasia così sbrigliata da poter immaginare missili teleguidati, armi chimiche, batteriologiche e via dicendo, quando le armi impiegate in quel tempo erano soltanto archi, frecce e lance!

E quando nel Ramayana si parla di queste armi non le confonde davvero con esplosioni atomiche e missili, basta controllare i lvolume di David Davenport.

Senza dubbio altrettanto sorprendente è il fatto che nel 2000 a. C. ci fossero Astronavi che solcavano in lungo ed in largo i cieli del nostro pianeta!

I manoscritti le chiamano “Vimanas”, vocabolo che significa letteralmente “uccello artificiale abitato”. Nel Ramayana si parla diffusamente di uno di essi, il “Pushpaka-Vimana”, in dotazione al re di Lanka, Ravana Dashagriva, che se ne era impadronito come trofeo dopo aver usurpato il trono al fratello Dhanada.

Quando, dopo un'aspra lotta, Rama conquistò Lanka per liberare Sita, la sua sposa, rapita dal perfido Ravana, il Pushpaka-Vimana fu catturato come bottino di guerra e servì al vincitore per tornarsene in volo nella città paterna di Ayodhya.

Tutto questo per dire che il viaggio aereo di circa 2000 Km e la descrizione che Rama fa a Sita del territorio sorvolato con i nomi dei fiumi, dei laghi delle città, è uno dei brani più interessanti del Ramayana. Ci si può ragionevolmente domandare come facesse il suo autore a descrivere il cielo buio, di giorno, nel sorvolare la vasta regione dall'alto e conoscere la giusta rotta...

I casi sono tre: o Valmiki si è inventato tutto, il che è improbabile, o aveva avuto una reale esperienza di volo, oppure aveva a disposizione precise carte geografiche.

A parte le difficoltà obiettive a rispondere ad interrogativi del genere, l'enigma delle Astronavi della preistoria si complicano quando ai poemi epici, che parlano dei Vimanas, si aggiunga un altro manoscritto Sanscrito: il Vymanika Shastra, che è un vero e proprio manuale aeronautico!

L'incredibile non è tanto il fatto che anche in questo testo si disserti di vari tipi di velivoli, quanto il fatto che in esso siano descritti i loro piani tecnici, sia pure con l'approssimazione con la quale oggi un profano interessato alla NASA descriverebbe i piani dell'”Apollo” o del “Viking!

Maharashi Bharadwja, autore del Vymanika, concentra in poco più di un centinaio di pagine, istruzioni per i piloti, indicazioni sulla loro alimentazione a bordo, chiarimenti sul tipo di metalli, descrizioni di tre tipi di Vimanas e delle loro più sofisticate apparecchiature!

Nel libro di Davenport è descritto lo sforzo dell'autore, che non era un tecnico, di essere il più possibile chiaro e preciso.

Con tutto ciò appare comunque evidente che colui che ha scritto il Vymanika Shastra ha visto REALMENTE le Astronavi ; le ha viste abbastanza a lungo per descriverle, probabilmente è anche salito a bordo ed ha parlato molto con i piloti...

No vi è paragone fra dovizia d'informazioni che questo testo fornisce e le scarne descrizioni del Ramyana, del Mahabaharata e di altri testi Vedici.

Va fatta un'altra considerazione. Se i testi sono autentici ( come ci assicura davenport, in base alle prove raccolte ), se è stato compilato realmente circa una ventina di secoli fa ( e come ci assicura lo scopritore, Joser, direttore dell'International Accademy of Sanskrit Research di Mysore ) ci troviamo di fronte ad un documento la cui importanza è difficilmente misurabile!

Anzi, è probabile che, se esaminato con cura e mente scevra di pregiudizi da un'equipe di scienziati, possa fornire informazioni tali da far fare un balzo in avanti alla nostra tecnologia!

Per ultimo ho lasciato l'interrogativo più affascinante dell'intera vicenda: CHI PILOTAVA I VIMANAS ?

Il Ramayana ed il Mahabharata sono chiari in proposito: NESSUNO dell'epoca Vedica, sia ariano che dravidico, era in grado di pilotare quelle Astronavi.

David non ebbe dubbi.” EXTRATERRESTRI “ dice “ nella Valle dell'Indo. Almeno fino al 300 a.C., doveva essercene un buon numero. Probabilmente il LORO scopo era quello dello sfruttamento di giacimenti metalliferi per il quale utilizzavano manodopera del posto.

Quanto poi ai loro interventi diretti nelle guerricciole tra gli indigeni “ dice sempre Davenport “ si può ipotizzare che l'uso della Loro sofisticata tecnologia militare voleva significare la Loro capacità di porre fine qa qualsiasi bega che disturbasse il quieto svolgimento del Loro programma.

Quando in seguito il Loro programma di ricerche e di sfruttamento si è concluso, se ne sono andati, lasciando che il Loro ricordo impresso nella memoria degli indigeni, che a loro volta lo tramandarono ai loro discendenti sotto forma di racconti che, con il passare del tempo, si deformarono sempre più trasformandosi in “miti” e “leggende”.

Qui, Davanport, si raffigura questi Esseri abbastanza simili alla nostra Era, dato il loro comportamento!

Comunque, il fatto che 4000 anni fa, nel cielo della Valle dell'Indo sia avvenuta un'esplosione Atomica di potenza tale da distruggere una popolosa città di circa tremila abitanti ( che furono persino avvisati di abbandonare il luogo, infatti furono trovati una dozzina di cadaveri calcificati come ad Hiroshima ) , chiamata a quei tempi Suvarnaka-Lanka, ed ora Mohenjo-Daro ( luogo di morte, dove tuttora gli indigeni si rifiutano di andare,anche mio fratello me l'ha più volte confermato ) e cancellare una civiltà ricca ed evoluta, non è notizia che un occidentale positivista possa tranquillamente accettare come dato storico incontrovertibile...

Un archeologo tradizionalista non la prenderebbe neppure in considerazione! E se qualcuno insistesse portando alcune prove quali la zona individuata dell'epicentro dell'esplosione ( con i muri delle abitazioni che degradano fino a pochi cm. d'altezza a causa dell'onda d'urto avvenuta in quota, proprio come si farebbe ora per la massima distruzione, sull'epicentro ) ed i testi Sanscriti che descrivono la catastrofe nei minimi dettagli, compreso il lampo accecante, il succitato archeologo , guardando l'interlocutore con un misto di ribrezzo e di compatimento, obietterebbe che la storia è un insieme di fatti accertati e non un campionario di invenzioni poetiche e mitologiche.

Ma per noi, i fatti sono questi:

1) Mohenjodaro, fiorente e popolosa città in riva all'Indo è “morta” improvvisamente in un'epoca imprecisata che gli archeologi hanno fissato entro limiti massimi del 1700-2500 a.C.


2) Nelle sue strade, sono stati rinvenuti 44 scheletri, 43 dei quali risalenti al momento della fine della città. Il 44° è invece vecchio di pochi secoli fa e quindi non ci interessa.


3) Le posizioni in cui sono stati trovati gli scheletri denunciano una morte improvvisa, ma senza segni di ferite d'arma bianca.


4) Gli scheletri portano evidenti segni di calcinazione.


5) La posizione in cui sono stati trovati , fa ritenere che le persone non si aspettassero di morire!


6) Gli scheletri sono stati rinvenuti in una fascia semicircolare della città.


7) Durante gli scavi sono state rinvenute pochissime armi.


8) Sui ruderi della città sono state rilevate tracce di vasti incendi che hanno interessato soprattutto i piani più alti.


9) Almeno uno dei pozzi della città è ancora attivo.


10) I ruderi sono di altezze diverse. Collegandone le cime con una linea ideale si ottiene una retta che degrada verso il lato Sud-Sud-Ovest della città.


11) Nel punto in cui questa retta ideale si congiunge al terreno, il suolo è ricpoerto , per una larga zona, di frammenti d'argilla fusi e vetrificati.


12) Questi frammenti sono stati esposti, per un brevissimo periodo, ad un calore di migliaia di gradi.


13) La maggioranza delle case sono state trovate prive delle suppellettili, come se la popolazione avesse EVACUATO la città...




Questi tredici punti essenziali rappresentano altrettanti fatti incontrovertibili, che chiunque può controllare con relativa facilità.

Viste , a grandi linee, le caratteristiche della scomparsa di questa città, resta l'ipotesi che gli eroi e gli dei descritti nei testi Vedici, siano in realtà EXTRATERRESTRI.

E' un'ipotesi che si fa fatica ad accettare, perché sotto sotto, emotivamente , siamo ancora... tolemaici!




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LA "LUCE" DI LAREDO ...

Il Ten. Earl Fogle, uno sperimentato pilota di reattori, era, la notte del 4 Dicembre 1956, alla guida del suo veloce caccia ad elica P-51 "Mustang".
Alle 20.49, dopo un paio d'ore di volo, Fogle cheiamò la "Torre" di Laredo per l'autorizzazione alla procedura di avvicinamento al campo. Essendovi però alcuni reattori già in circuito d' atterraggio, la "torre" gli comunicò di effettuare un 360 a non meno di 10 miglia dal campo per essere sicuro di evitare i "traffici" in procedura. Volando ad una quota di 6000 piedi, a circa 12 miglia dalla Base, Fogle vide ad un tratto un Luce splendente che si spostava velocemente.... A prima vista egli lascambiò per lo scarico infuocato di un aereo a reazione giunto in ritardo. Ma poi si rese conto che nessun reattore poteva compiere virate così strette e rapide come ora stava facendo quella Luce....
Cercò allora di chiarire il mistero accostando verso la Luce, cautamente, e poté vedere che aveva un colore bluastro, non arancione come si aspettava a causa dei motori di un jet. L'Oggetto sconosciuto, si alzò d'improvviso alla sua stessa quota, essendo prima più in asso, tracciando contemporaneamente dei cerchi attorno al suo aereo a velocità fantastica...
Tutto ciò che il pilota poteva vedere era uno splendore bianco-azzurro vorticare intorno sl suo aereo che sembrava fermo al confronto!
Dopo un po, l'oggetto sconosciuto, balzò fulmineamente verso l'alto in una strana ascesa ondeggiante... Fogle stette ad osservare attonito, impietrito all'interno del suo abitacolo...In pochi secondi, due, tre, al massimo, l'Oggetto era salito di 9000 piedi sopra di lui! Fogle, riprendendo animo, provò ad accelerare e a cabrare per cercare d'inseguirlo.
L'U.F.O. sembrò fermarsi o roteare strettamente, da mantenersi praticamente sullo stesso punto! Poi, d'un tratto, il Tenente siaccorse che stava dirigendosi dritto verso di lui...
La velocità fantastica era tale che non ebbe neppure il tempo di fare qualcosa per evitarlo!
Paralizzato, nel suo stretto abitacolo, di notte, aspettando di lì ad un attimo l'inevitabile conclusione, non poté far altro che fissare allucinato la Cosa...
Ad una distanza di circa 100 metri, l'U.F.O., ondeggiando un istante, scartò di lato, quasi a sfiorare l'ala del caccia; la velocità fu tale che Floge poté vedere solo un bagliore bianco-azzurro! Voltandosi a guardare, Floge spaventato, scorse l?oggetto sferrciare di nuovo verso l'alto, ondeggiando lievemente, poi riprecipitarsi, come per ripetere la manovra precedente...
L'unica idea che attraversò la mente del Tenente fu quella di spegnere tutte le luci di bordo e buttarsi in picchiata a spirale per cercare di sfuggire alla Cosa, che invece sembrava ... "divertirsi" !
Per un momento Fogle credette che il su inseguitore sconosciuto lo seguisse fino a terra.. Ma quasi a 5000 piedi l'Oggetto dalla luce bianco-azzurra s'impennò alzandosi ondeggiando, persparire per sempre in alto nel buio della notte...
Tutto era durato 6 minuti!
Una volta atterrato all'Aeroporto di Laredo, per due ore, gli Ufficiali del Servizio Segreto (A.T.I.C.) lo tormentarono per avere ogni possibile ragguaglio...!

Ecco un altro dei bellissimi resoconti redattti da Donal E. Keyhoe quando Albert Chop (dell'Ufficio Stampa dell'U.S. AIR FORCE)lo metteva al corrente autorizzato dall'Aviazione stessa!
Altroché "X-Files",questi sarebbero racconti da far conoscere! (Evidentemente non si può...)

Quando un astronauta sovietico vide un UFO di enormi dimensioni!

Gli avvistamenti fatti dagli astronauti, sia americani che sovietici, sono tra i più attendibili, come quelli dei piloti di aereo civili e militari, sia per le capacità visive, sia per l’esperienza di volo decennale. Un avvistamento semisconosciuto ma molto importante è quello dell’astronauta sovietico Victor Afanasyev, il quale racconta che mentre era in orbita con la stazione spaziale sovietica Solyut 6, nel mese di aprile del 1979, vide uno strano oggetto avvicinarsi al mezzo sovietico.
Ciò avvenne a metà orbita, quando gli astronauti osservarono una sorta di struttura ingegneristica, composta da qualche tipo di metallo, di circa 40 metri di lunghezza. L’oggetto era stretto da un lato e più ampio da un altro. Aveva delle piccole protuberanze, come piccole ali. L’oggetto rimase molto vicino alla Solyut (dai 23 ai 28 metri) e fu poi fotografato. Oltre a fotografare l’UFO, Afanasyev riportò continuamente al Mission Control le dimensioni della nave, la sua forma e la sua posizione. Quando però il cosmonauta tornò a terra gli fu detto di dimenticarsi tutto e gli furono confiscate macchine fotografiche e pellicola. Quella immagine e la sua voce delle trasmissioni dallo spazio non è stata mai declassificata. Resta il fatto che l’oggetto è ancora classificato come UFO, perchè l’oggetto non è stato ancora identificato. E intanto son passati circa 30 anni...

(Da:http://www.altrogiornale.org/news.php)

E ... L' ELEMENTO 115

di: Enrico Baccarini

Nuove conferme alle rivelazioni di Lazar?

Tra il 1989 ed il 1990 un personaggio alquanto controverso di nome Robert, Bob, Lazar si presentò al grande pubblico americano costernando ed affascinando i media su suoi presunti coinvolgimenti, all'interno di strutture governative segrete, inerenti studi di retroingegneria su velivoli di origine aliena. Fin da subito le affermazioni diffuse da questo sedicente fisico, a tutt'oggi non è stato infatti ancora possibile confermare la sua laurea in tale disciplina, scioccarono sia il mondo ufologico quanto quello dei mass media americani.



Robert Bob Lazar

Tali dichiarazioni portarono davanti al grande pubblico, forse per la prima volta concretamente, la prova e la possibilità della reale esistenza di velivoli alieni all'interno di installazioni militari americane ovvero di studi correlati di retroingegneria finalizzati alla comprensione e all'utilizzo delle tecnologie derivate. Affermazioni che, ormai da diversi decenni, circolavano già nell'ambiente ufologico ma che non sembravano possedere ancora quella base di concretezza che Lazar sembrò attribuirgli. A differenza di altri rivelatori le affermazioni rilasciate da Lazar non sembrarono infatti essere prive di quei fondamenti logici e scientifici che altri prima di lui avevano dimostrato di non possedere.

Lo stesso Lazar si era infatti addentrato, in numerose occasioni, in aspetti tecnico-scientifici che solo esperti o profondi cultori del settore avrebbero potuto esporre e commentare senza problemi di sorta. Vennero allo stesso tempo chiamate in causa diverse agenzie governative americane, nonché diversi autorità della fisica, di cui il più noto fu quell'Edward Teller padre della bomba H recentemente scomparso. Presunte minacce di morte e alcuni attentati portarono Lazar a rendere ancor più di pubblico dominio le proprie affermazioni, cercando in tal modo di costruire una sorta di immagine pubblica che lo potesse proteggere minimamente da attacchi alla sua persona.

Se questa strategia inizialmente sembrò funzionare, ritenendo ovviamente che tutto l'affaire Lazar sia reale, dopo poco tempo si poté assistere ad una vera e propria campagna denigratoria nei confronti del fisico traditore. Sicuramente, e se realmente la situazione è andata in questo modo, coloro che cercarono di screditare questo individuo non trovarono grosse difficoltà. Lazar infatti è sempre stato un soggetto molto eclettico ovvero “particolare” che ha alternato i suoi presunti studi universitari in fisica a divertimenti ben più mondani tra cui la gestione di un bordello nello stato del Nevada. Proprio quest'ultima “attività” gli costò una condanna in sede penale verso i primi anni ’90, fatto questo alquanto curioso visto che nello stesso stato del Nevada la prostituzione è un'attività «legalmente regolamentata» e non punibile ai termini di legge.

Questa breve panoramica ci rende edotti di come debbano essere prese con cautela le affermazioni e le ipotesi proposte da questo individuo nel corso degli anni, personaggio che, come vedremo successivamente, potrebbe essere stato altresì l'abile esecutore di una longa manus intenzionata ad inquinare il campo ufologico. Quanto però di vero, o di possibile, ci potesse essere in alcune sue affermazioni non sembrò apparentemente manifestarsi fin da subito. Solo diversi anni dopo, principalmente verso la metà degli anni ’90, si iniziò a rivedere in chiave critica ma costruttiva quelle che potevano essere basi scientifiche reali su cui Lazar sembrava avesse lavorato. Lo stesso sistema di propulsione da lui descritto, un motore warp-drive, o a curvatura spazio-temporale, inconcepibile scientificamente per la fine degli anni ’80, venne studiato e costruito a livello “teorico” già dagli inizi degli anni ’90 portando addirittura la NASA alla costituzione di un progetto denominato «Breakthrough Propulsion Project » per lo studio della distorsione spazio-temporale a fini spaziali ed esplorativi. Un bel salto di qualità che però non ci permette di giustificare né di avvalorare in toto le affermazioni di Lazar!

Elemento fondante del motore a curvatura sarebbe stato il combustibile che questi UFO avrebbero utilizzato per spostarsi nel cosmo, conosciuto fin dalle prime rivelazioni come l'elemento 115 della tavola periodica degli elementi. Pur se la distorsione spazio-temporale potrebbe permettere di “contrarre” enormemente le distanze che dovessero essere affrontate con sistemi propulsivi convenzionali, la generazione di una bolla di curvatura richiederebbe comunque l'utilizzo di quantitativi di energia veramente esorbitanti ovvero di altrettanta potenza per poter far funzionare il velivolo nelle diverse condizioni in cui si potrebbe venire a trovare. L'elemento 115, secondo Lazar, porrebbe rimedio a molti di questi inconvenienti generando altresì egli stesso un “campo gravitazionale inerziale” in grado di ottemperare al fabbisogno energetico e gravitazionale della nave stessa. Ancora oggi discutere in maniera così blanda di qualcosa che risulta essere ancora patrimonio quasi della fantascienza potrebbe far sorridere i più, ma non scordiamoci quali e quante siano state le scoperte effettuate solo negli anni ’90 nel campo scientifico. Nel corso di pochi anni, tre o quattro al massimo, dalle prime affermazioni di Lazar la scienza Ufficiale (quella appunto con la “U” maiuscola) ha avvalorato la possibilità di poter costruire, in un lontano futuro, motori che possano sfruttare proprietà della materia definite esotiche, come appunto la generazione di una contrazione dello spazio-tempo per la formazione di worm-hole.



«La fonte energetica della navicella è il reattore che utilizza l'elemento 115 come carburante primario causando una totale annichilazione dell'elemento che produce altresì una fonte di energia eccezionale […] solo 223 grammi di questo elemento potremmo essere utilizzati per 20 o 30 anni. All'interno del reattore l'elemento 115 viene bombardato da protoni che trasformano questo elemento in 116 a cui segue poi un decadimento quasi istantaneo con consequenziale produzione di antimateria. Questa antimateria viene incanalata all'interno di una struttura che la porta a reagire con la materia producendo altresì una reazione in cui si ottiene una conversione quasi totale in energia».

Affascinante ed intrigante questa descrizione, non tecnica, fornita da Lazar ha suscitato fin da subito enormi discussioni in campo sia ufologico che scientifico soprattutto per le ultime righe che vi abbiamo presentato. Secondo i principi della termodinamica infatti la resa quasi ottimale, al 100%, come paventata da Lazar in una conversione di questo tipo non è possibile per nessuna legge fisica conosciuta, violerebbe totalmente la i principi della termodinamica ovvero andrebbe contro i principi dell'entropia. Quindi o Lazar ha fornito un dato falso, fattore non impossibile, oppure il nostro livello tecnologico non ci permette ad oggi di possedere una struttura in grado di ottenere una reazione di questo tipo. Su questo ultimo punto non ci si dovrebbe fermare tanto alla leggera soprattutto se osserviamo come le recenti ipotesi e ricerche, soprattutto della fisica quantistica e delle alte energie, stiano conducendo il panorama scientifico internazionale ad una vera e propria rivoluzione delle antiche concezioni, o “dogmi”, fino ad oggi ritenuti inviolabili.

La scienza sembra però fornire ulteriori conferme a quanto affermato da Lazar verso la fine degli anni ‘80. Nei primi mesi del 2004 un team di scienziati del Lawrence Livermore National Laboratory ha infatti resa pubblica la notizia della sintesi in laboratorio dell'elemento 115, una nuova conquista della scienza che potrebbe altresì gettare nuova luce, oppure nuove ombre, sulle affermazioni di Lazar. La ricercatrice americana Linda Multon Howe è riuscita a contattare uno degli scienziati che hanno sintetizzato tale elemento intervistandolo e chiedendogli apertamente cosa ne pensasse delle affermazioni di Lazar. Le risposte sono risultate molto più interessanti di quanto ci si potesse aspettare accreditando, in certi casi, un alone di veridicità a diverse affermazioni rilasciate dalla fine degli anni ’90.

Joshua Patin (Ph.D., chimico nucleare del Lawrence Livermore) ha innanzitutto confermato l'ipotesi che nelle vicinanze dell'elemento 115 possa esistere quella che i fisici hanno definito “un'isola di stabilità” ovvero una zona in cui gli elementi transuranici non decadono rapidamente ma possiedono un tempo di vita medio relativamente alto, ovvero risultino a tutti gli effetti stabili. Tale isola di stabilità sarebbe direzionata proprio verso l'elemento 116, fatto questo asserito da Lazar ben quindici anni fa. Allo stesso tempo Patin ha confermato la possibilità che l'elemento 115, posto in condizioni particolari, possa essere altresì “condensato” per risultare a tutti gli effetti “solido”, e non in forma “volatile” atomica come è per gli altri elementi.

La ricercatrice Linda Howe, ospite all’ultimo Simposio Mondiale ufologico organizzato a San Marino, ha poi parlato a Patin di Bob Lazar, delle sue affermazioni e dei dati tecnici forniti oltre un decennio fa. Se sul versante ufologico Patin non si è pronunciato, sono stati oltremodo interessanti i suoi commenti ad alcune rivelazioni fornite da Lazar. Patin si è espresso principalmente sulle proprietà di stabilità che questo elemento potrebbe possedere. Analizzando la collisione tra atomi di calcio ed americio, il procedimento attraverso il quale si è ottenuto l'elemento 115 a Livermore, è stato possibile ipotizzare una sua forma nettamente stabile ovvero in grado di non decadere e quindi essere utilizzata per svariati scopi. Sulle proprietà intrinseche dell'elemento Patin non si è ovviamente pronunciato soprattutto perché l'anomalia dell'isola di stabilità non ha permesso ancora oggi, neanche a livello teorico, di predire le proprietà che questi elementi potrebbero possedere. Indubbiamente, afferma sempre Patin, elementi di questo genere potrebbero possedere proprietà veramente uniche che potrebbero ipoteticamente allinearsi con le descrizioni fornite anni fa da Lazar. Solo ulteriori esperimenti potranno confermare o smentire le affermazioni di questo sedicente fisico, anche se per negli ultimi anni al dubbio si sono sommate molte verifiche e molti riscontri.

Proprio per tali motivi, come affermavamo precedentemente, si potrebbe anche pensare ad un abile piano ben architettato. Da sempre, e non solo nel campo ufologico, il miglior modo per far conoscere e veicolare informazioni sensibili o destabilizzanti è sempre stato quello di integrarle con la pura fantasia, con dati che fossero inverificabili ovvero parto della creatività umana. In questo modo si sarebbero potute veicolare informazioni che sarebbero state allo stesso tempo attaccabili ed inverificabili, ma che avrebbero posseduto un “core” di realtà. In una parola si sarebbe compiuto del debunking. Lazar è stato più volte sottoposto al poligrafo, la macchina della verità, un metodo che pur se non attendibile totalmente pone comunque anche un soggetto ben allenato a mentire di fronte all'alto rischio di essere scoperto. La mente umana è una macchina fallibile e nessuno è in grado di mentire sempre e comunque.

Tre test al poligrafo hanno invece attestato la totale buona fede di quest'uomo rispetto a quanto aveva detto e gli era stato chiesto durante i test. Lo studioso Jacques Vallée, come anche altri ricercatori, sono rimasti stupefatti dalla preparazione che Lazar sembrava possedere in campo fisico e scientifico. Indice probabilmente di una reale conoscenza da parte di questo individuo di discipline e materie così complesse. Un'altro dato che potrebbe confermare ulteriormente le sue affermazioni sono i registri del laboratorio di Los Alamos in cui affermava di aver lavorato e in cui sarebbe stato contattato le prime volte per lavorare all'Area 51. Nella causa intentata contro di lui il governo e l'istituto in questione negarono totalmente un suo qualsiasi ruolo, ovvero contratto, all'intero di tale centro di ricerca, fatto che fu ben presto smentito dai suoi ex colleghi di lavoro ovvero da un cedolino di riconoscimento che attestava la sua presenza all'interno del LANL.

Tutto questo ci fa sorgere dubbi su quali e quanti siano gli artefici di questo grande gioco. Da una parte Lazar, pur trattandosi di un individuo alquanto controverso e discutibile, ha dato modo di attestare un certo livello di veridicità alle proprie affermazioni, veridicità che si è costruita principalmente negli anni e grazie alle scoperte e alle nuove ipotesi compiute dalla scienza. Allo stesso tempo nella sua storia e nella sua vita rimangono ancora dei lati oscuri, dei punti poco chiari, che lasciano presumente una qualche sorta di coinvolgimento in piani ben più ampi.

I dati di fatto su cui oggi ci possiamo basare hanno però in larga misura confermato molti dati forniti da Lazar, hanno altresì avvalorato la possibilità di costruire, in un lontano futuro, sistemi propulsivi che si basino sulla distorsione spazio-temporale ovvero hanno comprovato l’esistenza di un'isola di stabilità entro l'elemento 115 testimoniando in questo modo la presenza di una famiglia di elementi dalle proprietà fisiche veramente uniche. Mistificatore o rivelatore genuino? Il distico su Bob Lazar non sembra aver trovato ancora una soluzione ma a quanto pare il tempo ha trovato il modo avvalorare molte delle sue affermazioni. Quanto dovremmo ancora aspettare? ...


Bibliografia & Riferimenti:

- www.webelements.com

- http://www-cms.llnl.gov/e113_115/index.html

- http://www-cms.llnl.gov/e113_115/images.html

- www.llnl.gov (Lawrence Livermore National Laboratory)

- www.lanl.gov (Los Alamos National Laboratory)

- www.earthfiles.com

ROBERT LAZAR




Ai primi del 1989, il giomalista televisivo George Knapp, della KLAS di Las Vegas, stava conducendo una serie di trasmissioni sugli UFO. Nel mese di marzo, Knapp fu avvicinato da Robed Scott Lazar, un trentenne che dichiarò di essere un fisico, di aver lavorato nel complesso di Nellis e di avere una serie di rivelazioni da fare.Knapp controllò la sua storia e si convinse a renderla nota. Fu ciò che avvenne nel corso di due serate televisive, l' 11 e il 13 novembre. Area 51 esplodeva anche tra i mass-media.Lazar, senza mezzi termini, affermò che nell'Area 51 si lavorava a velivoli a propulsione gravitazionale di origine aliena, e che aveva subito accuse di spionaggio e minacce di morte. Egli avrebbe svolto le sue attività tra il dicembre 1988 e l'aprile 1989 in una zona denominata S-4, circa 16 km più a sud dell'Area 51 propriamente detta, presso il laghetto di Papoose. Ora, è certo che Lazar, nel 1982, abbia lavorato presso i Laboratori Nazionali di Fisica di Los Alamos (una circostanza che questo ente cercò invano di negare).Successivamente, con il suo impiego presso S-4, gli sarebbe stato dato accesso ad informazioni altamente riservate. Delle attività di S-4 non sarebbe stato al corrente nemmeno il Presidente degli Stati Uniti. Lì, dentro enormi hangar sotterranei fra loro collegati, in un'atmosfera di continui controlli ed intimidazioni, il primo giorno gli sarebbero stati fatti leggere circa 120 documenti sugli UFO: nove astronavi erano cadute in mano alle autorità - non era spiegato come - ed autopsie erano state eseguite su cadaveri di alieni provenienti dal quarto pianeta del sistema stellare binario Zeta Reticuli 2.Poi, Lazar avrebbe potuto lavorare ad un velivolo del diametro di 9-12 m, al cui interno c'era una colonna centrale che correva tra il pavimento e il soffitto del disco. Una consolle appariva rimossa, e le sedie sembravano esser state costruite per «bambini». Secondo Lazar il velivolo era propulso da un reattore ad antimateria, un apparato emisferico posto sul pavimento del velivolo, delle dimensioni di un pallone da basket. Gli sarebbe stato mostrato anche il reattore in funzione. Come «carburante» il disco avrebbe utilizzato poco più di due etti di un elemento con numero atomico 115, un minerale superpesante e secondo Lazar non sintetizzabile sulla terra. Questo sistema propulsivo permetterebbe di manipolare lo spazio-tempo e di rendere invisibili i velivoli.Il lavoro di Lazar sarebbe consistito in un tentativo di duplicare il reattore. Lazar avrebbe potuto osservare da lontano anche i nove tipi diversi di dischi posteggiati negli hangar, ad ognuno dei quali assegnò un nomignolo, e durante un breve volo dell'astronave su cui aveva lavorato: questa divenne blu, luminosa nella parte inferiore e cominciò a sibilare come un apparato ad alto voltaggio elettrico. Sconvolto, la sera del 22 marzo dell'89, per cercare di corroborare le sue paure, Lazar avrebbe condotto sua moglie Tracy, il discusso appassionato di UFO John Lear ed un amico, Gene Huff, in una località desolata a 24 km dalla zona dei presunti test. Qui, avrebbero osservato (Lear attraverso il suo telescopio Celestron) e filmato strane luci ellittiche compiere ardite manovre sulle Groom Mountains. Sul video si sentono anche i commenti eccitati dei testimoni.
In un'altra occasione, però, la sorveglianza li avrebbe scoperti.In seguito, Lazar sarebbe stato minacciato dafI'FBI, e nell'aprile (o maggio) 1989 cancellato dalla lista degli addetti ad Area 51. Sarebbe stato anzi a causa di minacce analoghe che, nel febbraio successivo, Lazar ruppe repentinamente un contratto con la Nippon Television.Poi, nel novembre dell'89, nel corso di un'intervista rilasciata a Benny Goodman della stazione radiofonica KVBG, un uomo che affermava di essere un elettricista della «Reynolds Electronics and Engineering» impiegato nella località di Camp Mercury, nella parte più meridionale dell'Area 51, si fece avanti sostenendo di aver lavorato in un tunnel sotterraneo profondo 1000 m. Lì avrebbero luogo enormi operazioni «coperte».Un marine lo avrebbe pesantemente minacciato quando vide medici in camice bianco portare via su lettini quattro corpi di piccoli esseri sconosciuti. Chiamando alcuni ufologi di Las Vegas, l'anonimo disse che lui e altri 50 lavoratori impiegati a Camp Mercury avevano deciso di appoggiare Lazar, ma pare che l'iniziativa non abbia avuto seguito.Sempre alla KVBG, in precedenza erano giunte le telefonate di un individuo che si nascondeva dietro lo pseudonimo di «Yellow Fruit». Egli avrebbe lavorato ad Area 51 come addetto alla sicurezza. Le sue affermazioni sono, se possibile, ancor più improbabili delle precedenti. Uno dei suoi compagni di lavoro sarebbe stato... un alieno «buono», mentre altri avrebbero fatto parte del gruppo degli EBE (termine usato per descrivere gli alieni nel famoso documento «Majestic 12», un falso quasi sicuro). Uno scontro cruento avrebbe avuto luogo tra i «buoni» e gli EBE, e i primi avrebbero preso il sopravvento sulla base, dove oggi lavorerebbero 37 «buoni» e 3 EBE sarebbero tenuti prigionieri!.L'ufologo William Hamilton si è recato nell'ottobre '89 presso il «Little Ale 'Inn», la birreria di Rachel, sulla statale 375, la cui proprietaria, Pat Travis, gli disse di conoscere di vista «Yellow Fruit». Questo buffo termine non sarebbe altro che il nome del primo livello delle unità di sicurezza dell'Area 51, oltre che l'appellativo di una vecchia unità congiunta Esercito-CIA. Hamilton riuscì a parlare soltanto per telefono con «Yellow Fruit», e questi gli ripete che sotto l'Area 51 c'erano enormi tunnel sotterranei che celavano un'intensa attività governo-alieni.
Su richiesta di Knapp, Lazar si è sottoposto più volte al test del poligrafo - la cosiddetta «macchina della verità» - con almeno quattro diversi esaminatori e con risultati incoraggianti ma non univoci. Uno degli esaminatori, Terry Tavernetti, ricevette a sua volta minacce telefoniche. Un ipnotista clinico che lavora spesso con la Polizia, Layne Keck, nell'89 ha inoltre sottoposto Lazar a ipnosi regressiva, ed ha concluso che l'uomo è sincero ma che durante il suo periodo di lavoro per i servizi gli sarebbe stato somministrato un farmaco e gli sarebbero state date istruzioni ipnotiche per indurlo a non ricordare i dettagli di ciò che aveva visto.Il giornalista George Knapp, lo «scopritore» di Lazar, ha confermato che le storie su Area 51 erano ricorrenti da anni, e che anche lui aveva raccolto direttamente indizi in senso positivo. Riuscì a contattare almeno quattro altri informatori fra i quali addetti alla sicurezza della base, che avrebbero fatto parziali ammissioni, anche sulla presenza di un velivolo discoidale ad Area 51. Un professionista di Las Vegas gli disse che, mentre lavorava li', vide atterrare un disco, e che perciò fu tenuto per parecchie ore sotto interrogatorio. Un controllore di volo addetto ai radar della base aerea di Nellis, invece, gli raccontò di oggetti che volavano sulle Groom Mountains a oltre i 1.000 km/h.
Un portavoce della base di Nellis, infine, ha confermato a Knapp l'esistenza di un'installazione interna denominata S-4, ma si è rifiutato di dare ulteriori dettagli in merito.Uno dei problemi con Bob Lazar è che é sempre stato stranamente difficile reperire tracce del suo background di specializzazioni universitarie e di impieghi qualificati. Tuttavia, la dichiarazione dei redditi del 1989, che Lazar ha esibito, cita un lavoro retribuito, svolto quell'anno in Nevada per i servizi segreti della Marina. Il modello contiene anche il numero di identificazione di Lazar, comprensivo della sigla «MAJ», che il fisico sostiene di aver avuto quando lavorava ad S-4. L'ufologo Bill Moore, che avversa Lazar, ha avanzato però seri dubbi sull'autenticità di tale dichiarazione. D'altro canto, Lazar é una persona la cui credibilità si presta senz'altro ad essere discussa. Nel 1990, infatti, é stato condannato ad una pena detentiva (sospesa) per aver partecipato alla gestione di una casa di tolleranza a Las Vegas. Lazar ha anche ammesso a mezza bocca di aver intravisto, dentro S-4, due uomini in camice bianco discutere con «qualcuno di piccolo, dalle lunghe braccia», ma si è rifiutato di sostenere che poteva trattarsi di un alieno. Fra i 120 documenti che egli avrebbe potuto leggere, vi sarebbero stati quelli concernenti i progetti «Galileo» (attività di volo con i dischi volanti), «Looking Glass» (studi sulla possibilità di vedere il passato) «Siderick» (su potentissime armi a raggi) e uno riguardante l'origine dell'umanità, che sarebbe nata grazie ad esperimenti genetici degli alieni, che peraltro avrebbero «programmato» anche la venuta di Gesù sulla Terra! Nel 1979, alieni presenti nella base avrebbero avuto uno scontro a fuoco con il personale. Poi, nell'aprile 1987, in un incidente avvenuto ad Area 51, erano morti almeno due addetti. Lazar sarebbe stato chiamato a sostituire uno di costoro.

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Intervista a Bob Lazar


- Domanda : Che impressione ebbe quando entrò per la prima volta?

- Lazar : Sembrava tutto molto militare e non molto scientifico, c'erano molti controlli ed un massimo livello di sicurezza, ovunque si andasse bisognava essere accompagnati da una guardia armata anche nella toilette. Tutte le porte si aprivano e si chiudevano con dei badge di plastica magnetici, e c'era un'atmosfera molto oppressiva.

- Domanda : Quante volte è dovuto entrare in quella zona prima di poter vedere il velivolo?

- Lazar : Credo due o tre, forse due giorni prima di poterlo vedere.

- Domanda : Cos'ha provato la prima volta che visto l'oggetto?

- Lazar : Ma la prima volta che entrai nell’hangar dissi tra me e me : ecco questo finalmente spiega tutti quegli avvistamenti di strani oggetti, è un veicolo militare segreto in fase di sperimentazione.

In realtà fu la seconda volta che lo vidi quando entrai al suo interno che intuì cosa stava accadendo, e cioè che si trattava di un mezzo alieno, ma questo avvenne dopo che avevo letto il materiale informativo. Era tutto molto difficile da comprendere, mi sentivo come un’intruso.

- Domanda : Provi comunque :

- Lazar : Ha presente le foto di Billi Meier scattate durante i suoi avvistamenti? Era incredibilmente simile a quello delle sue foto, una linea sfuggente con lo scafo discoidale. E’ difficile descriverlo così senza disegnarlo, ma aveva la forma classica del disco volante.

- Domanda : Di un tipo solo o diversi?

- Lazar : In totale i dischi erano nove, ma io lavorai a livello di retroingegneria solo su un’oggetto, erano in hangar separati, ma tutti visibilmente differenti.

- Domanda : Le hanno detto in che modo erano stati recuperati dall’intelligence o dalla marina?

- Lazar : No, assolutamente no. Molta gente ha avanzato varie ipotesi, che erano stati abbattuti o che erano precipitati, ma non sembravano danneggiati, quindi nutro seri dubbi su queste ipotesi.

- Domanda : Ce ne può descrivere l’interno?

- Lazar : E’ molto semplice, c’è un solo colore dominante : è un grigio feltro, anche l’esterno è dello stesso colore, non ci sono scivoli.

All’interno tutte le attrezzature hanno una forma arrotondata, anche i sedili e gli alloggiamenti per gli amplificatori, è come se fossero stati fusi nella cera e poi modellati con queste forme curvilinee, incluse le giunture tra le pareti ed il pavimento. L’interno è essenziale, molto arioso : l’uso dello spazio non sembra per niente funzionale.

Ci sono tre ponti : quello più basso ospita gli amplificatori montati su basi mobili. Su quello di mezzo da dove si accede alla nave ci sono i sedili e gli amplificatori, e poi c’è il ponte superiore, con una sezione limitata a cui non avevo accesso, non so cosa ci fosse.

- Domanda : Per lei il velivolo era alieno?

- Lazar : Assolutamente sì, alieno. Prima di tutto, lo scopo del progetto era di analizzarlo, se si fosse trattato di un’apparecchio degli Stati Uniti non avremmo perso tempo a capire come lo avremmo costruito, in secondo luogo per le dimensioni delle attrezzature interne, dalle dimensioni dei sedili e per i materiali utilizzati, a noi totalmente estranei, e poi per il carburante : l’elemento 115, che è virtualmente inesistente. Ho sommato queste informazioni a quelle che mi erano state precedente fornite, in cui si affermava chiaramente che si trattava di un veicolo extraterrestre.

-Domanda : Le hanno detto come funzionava il sistema di propulsione?

-Lazar : Faceva parte del mio lavoro d’ingegneria inversa, cioè capire il sistema di propulsione, avevano già fatto qualche progresso, ma non so esattamente da quanto tempo il velivolo si trovasse lì, se lo stessero esaminando da uno o dieci anni, comunque con scarsi progressi.

Il sistema è fisicamente impressionante : è composto da due parti, dagli amplificatori di gravità e dal reattore che fornisce energia, il reattore funziona ad annichilazione completa alimentato da antimateria. L’annichilazione completa è praticamente la reazione nucleare più efficace tra le tre ovvero : fissione, fusione ed annichilazione. Utilizza un elemento superpesante, l’elemento 115, cioè questa sarebbe la sua collocazione nella tabella periodica che sulla Terra non è stato ancora sintetizzato.

A mio avviso, su alcuni sistemi stellari questa sintesi avviene spontaneamente. Questo elemento viene bombardato in un’accelleratore dalle dimensioni estremamente ridotte. L’elemento che viene bombardato subisce una scissione spontanea e produce particelle di antimateria. Queste, grazie ad un dispositivo termoelettrico efficace al 100% reagiscono con la materia gassosa e vengono trasformate in elettricità.

Ora l’efficienza al 100% di qualunque dispositivo elettrico è fisicamente impossibile, lo afferma la prima legge sulla termodinamica, perché si devono verificare dispersione di calore o altre perdite del genere, ma io non ne ho rilevata nessuna in questo sistema, è una tecnologia assolutamente stupefacente. L’incredibile quantità d’energia che viene generata dal sistema, alimenta gli amplificatori, e come prodotto collaterale del bombardamento dell’elemento 115, si genera un fenomeno interessantissimo, cioè una particolare onda detta “gravitazionale A” : tale onda viaggia in modo molto simile alle microonde. Viene applicata agli amplificatori gravitazionali e per mezzo della corrente elettrica generata dal reattore, viene amplificata e focalizzata.

Il segnale così amplificato viene reso leggermente “afasico”, e grazie a questo è possibile attirare o respingere qualsiasi corpo gravitazionale.

Il velivolo è in grado di decollare anche utilizzando un solo amplificatore. Questa nave in particolare era dotata di tre amplificatori, e quando attiva un solo amplificatore per allontanarsi dalla terra, utilizza la cosiddetta configurazione “omicron” : per viaggiare nello spazio la nave ruota su di un lato, focalizza i tre amplificatori su di un punto situato ad enorme distanza, poi il reattore e gli amplificatori vengono portati a massima potenza, e praticamente “attirano” il tessuto stesso dello spazio, distorno lo “spazio-tempo” e lo attirano verso la nave che così è in grado di coprire enormi distanze in un lasso di tempo praticamente nullo.

La nave non si sposta in maniera lineare, perchè distorce lo spazio. Il tessuto stesso dello spazio, quindi anche i campi gravitazionali ed il tempo sono strettamente connessi.

Quando si distorce un campo gravitazionale, si distorce anche lo spazio ed il tempo.

Queste non sono semplici teorie, sono cose che conosciamo già da molto tempo, solo che non abbiamo la possibilità di poterle verificare, ed apparentemente questa civiltà lo ha messo in pratica.

- Domanda : E voi siete mai riusciti a farne volare uno?

- Lazar : Sono stati fatti molti collaudi, ma non al di fuori dell’atmosfera, voli brevi e a bassa quota. Del resto hanno un’oggetto dal valore inestimabile e non intendono distruggerlo con rischi inutili o a causa del campo gravitazionale terrestre o volando a quote troppo elevate, ma ho assistito ad alcune prove al di fuori della recinzione di sicurezza ed in un’occasione ho visto tutto ma a non più di trenta metri dal velivolo.

- Domanda : L’oggetto come manovrava in volo?

- Lazar : era molto silenzioso, si alzava generando un debole sibilo, la superficie inferiore emanava una luce azzurra, probabilmente dovuta all’altissimo voltaggio generato. Dopo un po’, man mano che aumentava di quota, la luce scompariva. Sembrava che galleggiasse dolcemente nell’aria, per poi appoggiarsi al suolo, il tutto in modo assolutamente tranquillo e quasi totalmente silenzioso

- Domanda : Potrebbe descrivere i documenti informativi ed il loro contenuto?

- Lazar : Si trattava di un gran numero di documenti, circa 120 relazioni molto concise, in pratica mi consentivano un’idea in generale sulle altre ricerche condotte sul velivolo, ma la quasi totalità delle informazioni e dei dettagli tecnici riguardava il sistema di propulsione e generazione d’energia, cioè il campo in cui avrei dovuto lavorare.

C’erano anche documenti in cui si affermava che la nave era aliena. I rapporti di alcune autopsie non erano molto approfonditi perché non c’era nessuna ragione per fornirmi informazioni dettagliate su questo, ma con fotografie : anzi per l’esattezza c’erano due fotografie di un corpo alieno con il torace aperto, che aveva un solo organo che era stato rimosso e sezionato. Dal mio punto di vista non medico, sembrava che questo organo espletasse non una, ma più funzioni.

Poi vi erano altri documenti che descrivevano ricerche metallurgiche condotte in altre parti della nave, insomma erano brevi riassunti del lavoro svolto dai vari gruppi e viceversa, sicuramente anche loro avranno ricevuto dei resoconti e brevi relazioni del lavoro svolto dal mio gruppo.

- Domanda : Indicavano il luogo di provenienza degli alieni?

- Lazar : Sì : dal sistema Zeta Reticulis, non so se questa informazione sia stata ricavata dallo scafo stesso, da mappe astrali o da strumenti di bordo

- Domanda : C’erano informazioni su questa civiltà, sulla loro storia, o su precedenti contatti con il genere umano?

- Lazar : Non esattamente, non c’era scritto : è andata così, si faceva riferimento ad un’intervento alieno avvenuto nel passato, risalente a moltissimi anni fa, precisamente a milioni di anni fa. Dai documenti che ho visto, ripeto, erano documenti sintetici, riassuntivi che non so se fossero veri o falsi, posso solo fare supposizioni. Tuttavia, le informazioni sul sistema di propulsione erano tutte vere, ne sono certo, ci lavoravo. Per il resto c’erano solo accenni sul contatto con la Terra avvenuto più di 10.000 anni fa, ad alterazioni genetiche che hanno prodotto un’essere scimmiesco ed altre interazioni di questo tono.

- Domanda : Ha mai visto da vicino un’alieno? Vivo o morto?

- Lazar : No, solo in fotografia. Ho dichiarato più volte, che attraversando una certa zona, ho guardato in una finestra ed ho notato qualcosa di piccolo, ma non che fosse il corpo di un’alieno. E’ inutile saltare alle conclusioni che devo avere visto un’alieno. Potrebbe trattarsi di un manichino, creato come modello sulle loro differenze corporee e sulle dimensioni dei sedili, quindi ribadisco che in realtà non ho visto nessun corpo vivo che si muovesse, in linea di principio rispondo di no.

- Domanda : Perché hanno scelto lei per questo lavoro?

- Lazar : e’ molto difficile rispondere, non saprei. Sicuramente come fisico non sono molto indicato, quindi non ne ho la più pallida idea. Viste le diverse angolazioni forse si sentivano frustrati, non riuscivano a fare passi avanti, era da lungo tempo che non riuscivano ad andare da nessuna parte, o forse volevano un persona nuova, qualcuno che potesse vedere le cose in maniera diversa, d’altronde io ho la fama di essere così.

- Domanda : Perché ha deciso di divulgare queste informazioni?

- Lazar : E’ difficile rispondere, ci sono vari motivi ad esempio per le pressioni che ho subito o per mia protezione personale e perché è ingiusto che su queste informazioni venga mantenuto uno strettissimo riserbo.

- Domanda : dopo che lei ha reso pubbliche queste cose hanno cercato di chiuderle la bocca?

- Lazar : Oh sì, in ogni modo, mi hanno sparato mentre imboccavo l’autostrada qui a Las Vegas. Alcuni miei amici sono stati minacciati, hanno perso il posto di lavoro, è successo di tutto.

Tratta dall’intervista originale su VHS : UFO DOSSIER/AREA 51 TECNOLOGIA ALIENA VOLUME 2/ FABBRI VIDEO 1997

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Intervista a Bob Lazar di George Knapp


K: Prego, ci descriva la sua esperienza.
L: Ho lavorato a Los Alamos, nei laboratori federali, come fisico, ed ero stato assunto come esperto di laboratori per la base S-4, che è una base dell’US Navy.
K: Dov’è ubicata questa base?
L: Si trova a circa 10/15 miglia a sud di Groom Lake e a circa 125 miglia a nord di Las Vegas.
K: Come ha avuto il lavoro?
L: Non voglio menzionare la persona attraverso la quale l’ho ottenuto, ma fui mandato da una persona, ad EG&E, a cui dare il mio curriculum; e la fui intervistato e mi fu detto che il mio lavoro era completamente slegato dalle attività dei EG&E (sponsor di Lazar sarebbe stato Edward Teller, uomo di fiducia, tra il 1980 ed il 1982, di Ronald Reagan).
K: Le hanno detto quale lavoro avrebbe fatto?
L: In effetti, non mi è mai stato detto, se non alla fine. Si trattava di un lavoro ad altro contenuto tecnico, qualcosa che mi avrebbe interessato molto.
K: Cosi è stato assunto. E poi, cosa successe?
L: Il primo giorno che sono arrivato alla base ho avuto dei colloqui orientativi e mi è parso evidente che la tecnologia con cui avremmo lavorato (propulsione gravitazionale, ecc…) era qualcosa che la scienza convenzionale aveva appena iniziato a sfiorare.
K: Parleremo tra breve di tutto ciò. Vorrei scoprire un altro aspetto: è da poco più di tre settimane che la sua identità è stata resa pubblica; qualche mese fa lei fu ripreso in televisione in controluce e sotto uno pseudonimo (come “Dennis”, Lazar fu confidente di John Lear); Dopo aver resa nota la sua identità che cosa è cambiato, per esempio, nel rapporto col pubblico?
L: In effetti, le persone che incontro hanno avuto reazioni di consenso, di supporto, e si sono interessate molto di questi fatti. Ho ricevuto anche delle lettere di dissenso, ma è normale che non tutti mi credano.
N: Ci sono state anche richieste da parte dei media? Volevano interviste?
L: Si, in effetti volevano interviste alla radio, alla televisione, molte persone volevano scavare nel mio passato e conoscere tutto di me.
K: Molte persone che ci hanno chiamato, hanno avuto l’impressione che ciò che dice è forzato o modificato in seguito a minacce ricevute,e che noi, come emittente, siamo statti censurati da forze molto potenti. Le è mai capitato qualcosa del genere?
L: Tutto ciò è ridicolo. Come si sa, la gente è sempre sulla difensiva. Nessuno mi ha mai detto niente eccetto quando ero alla base, ove mi avevano esortato a non dire niente.
N: E come facevano ad essere sicuri che lei non avrebbe detto niente?
L: Possono arrivare a tutto, fino alle minacce di morte.
K: Da quando ha cominciato a fare rivelazioni pensa che il suo telefono sia sotto controllo?
L: Si, ho un rilevatore che si attiva molte volte.
K: Qual è stata la ragione che l’ha spinta a divulgare queste informazioni? È stato perché la importunavano?
L: Si. Essenzialmente per fermare tutto questo. Quando tentai di avere copia del mio certificato di nascita, venni a sapere che non esisteva più e che io non ero mai nato all’ospedale ove vi nacqui. Questo mi fece riflettere seriamente su quello che stava succedendo. Cosi ho richiesto il curriculum dei lavori precedenti che avevo svolto e ho scoperto che anche tutto quello era sparito. Cosi presi la decisione di fare qualcosa prima che sparissi anch’io, come il mio passato.
N: Cosi anche a Los Alamos risultava che non l’avevano mai assunta?
L: Esatto.
K: Dopo che il suo resoconto è apparso in televisione cosa è successo?
L: Mi hanno fatto sapere che mi sono vicini.
K: Era preoccupato per la sua vita?
L: E’ questo il Motivo per cui ho detto tutto ai microfoni. E’ un modo per cautelarsi da eventuali sparizioni.
K: E’ ancora preoccupato?
L: Si.
K: Ha constatato che le persone le credono o vogliono solo più informazioni.
L: Penso che molte persone mi credano, ma penso che la maggior parte vogliano solo più informazioni.
K: Parliamo ora della tecnologia che ha visto, della prima volta che ha visto qualcosa che a suo parere non era terreno.
L: La prima esperienza fu con il reattore antimateria.
K: Ci spieghi cos’è, come funziona e cosa fa.
L: E’ un piatto di 18 pollici di diametro con una sfera sopra. All’interno della torre c’è una scaglia dell’elemento 115, che è un elemento molto pesante. Per il resto la macchina mi è sconosciuta. Il 115 nell’interno crea un campo gravitazionale ed espelle delle onde gravitazionali, che sono poi ampliate nella parte bassa dell’apparecchiatura. In generale questa tecnologia ci è virtualmente sconosciuta.
K: Abbiamo visto il modello e le foto. Ci sembra troppo semplice per farne qualcosa.
L: E’ vero.
K: Parti in movimento?
L: Non individuabili. Essenzialmente il lavoro era di progettazione inversa. Avere cioè un prodotto finito da analizzare a rovescio per capire come fosse fatto. E se si poteva riprodurre con materiali terrestri.
K: Da quando studia questo tecnologia?
L: Mi sembra da tanto, ma non so esattamente da quanto.
K: Cosa si può fare con un generatore di antimateria?
L: Trasformare la materia al 100% in energia, mentre la fissione nucleare ha come rendimento solo 8 decimi dell’1% della trasformazione della materia in energia.
K: Come funziona?
L: Quello che so è che quando il 115 è all’interno, la reazione comincia. Non ci sono automatismi o altro. Apparentemente il 115 bombardato con protoni rilascia particelle di antimateria che reagiscono con qualsiasi materia posta all’interno del reattore. Questo genera all’interno del calore. E all’interno del sistema c’è un generatore termoionico a rendimento 100% che trasforma il calore in energia elettrica.
N: Questo reattore antimateria come è collegato al campo gravitazionale?
L: Il reattore ha due funzioni: produce una fonte di energia elettrica molto grande e, sulla sfera, produce le onde gravitazionali grazie all’impiego del 115, il cui funzionamento è oggi sconosciuto. Le onde vengono poi incanalate verso al parte bassa del generatore, dove ci sono tre amplificatori di gravità che le aumentano.
K: Cosi si crea un campo gravitazionale tutto suo?
L: Esatto.
K: Crede che oggi gli scienziato non abbiano questa tecnologia? C’è alla base S-4, ma noi non l’abbiamo creata. Com’è possibile? Perché non possiamo? Che cosa ha imparato circa la gravità?
L: La gravità è un’ onda. Ci sono molte teorie sul fenomeno. E’ stato ipotizzato che la gravità sia una particella chiamata gravitone, ma questo non è esatto. E’ in definitiva in’onda che può essere ottenuta da un elemento. Di come questo sia possibile, non ne sono certo.
K: Cosi si può generare il campo gravitazionale. A cosa serve?
L: Si ha la possibilità di fare qualsiasi cosa. La gravità distorce il tempo e lo spazio. Cosi facendo si può avere un diverso modo di viaggiare. Cosi, invece di viaggiare in maniera lineare da A a B, si distorce tempo e spazio e si porta a sé la destinazione senza muoversi. Questo accade distorcendo il tempo. Si tratta di una cosa lontanissima dai nostri concetti.
N: Molti scettici dicono che gli alieni sono troppo distanti nello spazio-tempo per arrivare fino a noi. Ma questa tecnologia che ci illustra rende irrilevante questa considerazione, giusto?
L: Esattamente. Quando distorci il tempo non c’è più un riferimento normale del tempo, e questo è tutto ciò che fa la gravità che tu produci.
K: Cioè si può viaggiare avanti e indietro nel tempo?
L: Non necessariamente. Alla Base del disco ci sono i tre generatori di gravità. Quando si vuole viaggiare verso un punto, il disco si mette di fianco ed i generatori producono un raggio gravitazionale che viene puntato sulla destinazione. Aumentando la potenza dei generatori, questi tirano lo spazio verso quel punto E tutto questo avviene con la distorsione del tempo. Cosi il tempo non aumenta e la velocità è teoricamente infinità.
K: La prima volta che ha usato il reattore antimateria che esperimenti ha eseguito?
L: Gli scienziati che lo usavano hanno creato un campo gravitazionale molto forte, in cui dei piccoli dischi neri si sono formati come conseguenza della deviazione della luce.
K: Era come se avessero creato un buco nero?
L: Si, potrei dire che c’è un’analogia.
K: Qualche altro esperimento?
L: Si, hanno acceso una candela e l’hanno messa in un campo gravitazionale che distorceva il tempo. La candela bruciava senza consumarsi.
K: Era stupito nel vedere queste cose?
L: Si certo. Lo ero. Ma adesso ci rido sopra perché, sembrerà ridicolo a tutti ciò che sto per dire, quella era veramente tecnologia aliena.
N: Circa il 115, che cos’è e perché di ce che non può essere prodotto sulla terra?
L: E’ un elemento molto pesante. Nella carta degli elementi esistenti sulla Terra, che noi abbiamo sintetizzato, ne abbiamo 106. Dal 103 in avanti (immediatamente dopo il plutonio), questi elementi si disintegrano fino al 106. Gli scienziati ritengono comunque che, fra il 113 ed il 116, gli elementi dovrebbero essere stabili. E questo è vero perché il 115 esiste. E’ stabile. Ma sarebbe impossibile sintetizzarlo, come sintetizziamo elementi pesanti come il bismuto e il plutonio, che vengono messi in un acceleratore e vengono bombardati con protoni, immettendo cosi protoni nei loro atomi per incrementare il numero atomico. Per creare il 115 ci vorrebbe una quantità infinità di potenza e tempo.
K: Che altre proprietà ha un elemento cosi?
L: Ha una grande capacità di produrre energia. Non so di altre proprietà. Messo comunque nel generatore antimateria ha una grande capacità di distruzione. Inimmaginabile, usato come arma.
K: Come che cosa? Cosa causerebbe mezzo kilo di 115?
L: Un kilo di quella materia ha il potenziale di 47 testate all’idrogeno di 10 megatoni. Un kilo corrisponde, come dimensione a due prugne.
K: La gente che ci chiama non crede molto a queste affermazioni. Credono che lei abbia lavorato in S-4, ma credono che il 115, i dischi volanti, i generatori antimateria siano solo progressi nostri di cui lei non era a conoscenza.
L: Innanzitutto, è impossibile produrre il 115. E poi tutti quelli che lavorano alla base son là per scoprire come siano fatte queste cose. I materiali ci sono completamente sconosciuti. L’ idea del progetto è di riprodurre tutto ciò con materiali terrestri. Ovviamente, si trattava di cose trovate, o dateci.
K: Da dove arriva il 115? Che tipo di ambiente può produrlo?
L: Secondo me, il 115 può trovarsi alla periferia di una supernova, o attorno ad un sistema solare binario, dove c’era maggiore massa durante la formazione, dando cosi la possibilità di formazione di elementi pesanti.
K: Cosi ha visto un generatore antimateria, un sistema di propulsione gravitazionale, il 115 e ha anche letto dei rapporti con informazioni a dir poco sconvolgenti. Ce ne può parlare?
L: La ragione per cui non l’ho mai fatto prima d’ora è perché si trattava solo di rapporti. Erano solo parole scritte su carta, e potevano essere una fonte di disinformazione. Certamente, ciò che lessi sul 115 aveva avuto un riscontro pratico nel laboratori in cui ho lavorato. I rapporti erano sugli alieni e perfino sulla religione.
K: Precisiamo agli ascoltatori che, prima del servizio, abbiamo visionato il materiale. E abbiamo deciso per il momento di tralasciare la parte sugli alieni. Quindi non è lei che sta nascondendo qualcosa all’auditorio; è una nostra decisione. Ha comunque visto anche rapporti del governo che parlavano di alieni. Cosa dicevano?
L: C’erano fotografie di alieni, rapporti di autopsie, molte informazioni.
K: Qual’era il loro aspetto?
L: Erano tipici Grigi. Una creatura alta dai 3 ai 4 piedi, una testa larga priva di capelli, occhi neri inclinati, braccia lunghe, magri.
K: Cosa diceva l’autopsia?
L: Ho visto dei corpi in esame. L’interno era scuro, come se l’elemento principale che li componeva fosse il ferro e sembrava che vi fosse solo un grande organo che riassumeva in se le funzioni del cuore, fegato, polmoni, ecc… Il rapporto, in fin dei conti riportava solo pesi e misure senza peraltro tirare alcuna conclusione.
K: Diceva almeno da dove arrivavano?
L: Si, un rapporto diceva che arrivavano dal Reticolo 4.
K: Dove si trova questo Reticolo?
L: Mi è stato detto che venivano dalla costellazione Z, e per reticolo 4 intendevano il quarto pianeta di quel Sole. Nello stesso rapporto la Terra era indicata come Solar 3, cioè il terzo pianeta del nostro Sole.
N: Lei ha letto molto sugli UFO. E’ possibile che abbia mischiato quelle informazioni con queste apprese nei laboratori?
L: No. Io sto lontano dai ricercatori UFO e non voglio essere associato a loro. Non faccio ricerche in merito. Mi interessa leggere, ma niente di più.
K: Se è cosi riluttante ad essere associato al problema UFO, come si sente adesso che ne è coinvolto suo malgrado? Perché è cosi riluttante?
L: Ci sono molte storie in giro; ogni ricercatore ha il suo punto di vista, dice di avere la storia giusta. E cosi io non voglio prendere le parti di nessuno perché non so da che parte vengano le informazioni, sebbene tutti concordano sui fatti base, che ci sono astronavi aliene sulla terra.
N: Prima di esser messo nel programma S-4 lei si interessava agli UFO. Com’è possibile che qualcuno che ha un interesse venga poi assunto per lavorare in un programma che segue lo steso filone?
L: A quel tempo avevo inviato il mio curriculum in diversi posti, perché volevo rientrare nel campo scientifico. Quasi simultaneamente ho incontrato John Lear e, dopo aver letto qualcosa delle sue ricerche, ho pensato che fosse matto ma che evidentemente aveva buone fonti di informazione. Perché per parte di ciò che lessi, trovai riscontro nei laboratori durante i miei esperimenti.
K: Per quanto concerne gli UFO, come scienziato pensa che qualcosa sia stato mistificato?
L: Assolutamente no. Posso sostenerlo fino alla morte.
K: Molti ufologi vorrebbero aiutarla, proteggerla, sentire le sue esperienze. Ma lei ha sempre evitato tutto questo, facendo solo un paio di trasmissioni in tv e le interviste qui alla nostra radio, rifiutando il circuito degli UFO. Perché?
L: Per il motivo che ho detto innanzi. Non voglio essere associato a quel problema. E poi a quante persone devi aprire il tuo passato, investigatori, gruppi che studiano gli UFO…. E poi il mio scopo era rilasciare qualche informazione per proteggermi.
K: Qualche ricercatore UFO dice che lei ha fornito informazioni segrete mentre lavorava nei laboratori di S-4 e collaborava con loro. E’ vero?
L: Non con i gruppi ufologici. Ho detto qualcosa a qualcuno, ma di più non posso dire.
K: In definitiva stava rompendo i giuramenti fatti al governo. Cosa le ha fatto pensare che fosse necessario?
L: Pensi alla grandezza di cosa sta succedendo…. Tutta la tecnologia deve restare segreta, fino a che avremo il controllo della stessa, ma certamente il profilo generale di ciò che accade non può essere tenuto segreto ne agli americani ne al resto del mondo. Divulghiamo i fatti basilari. Ad esempio, che almeno una volta queste astronavi son venute sulla Terra e ci hanno lasciato qualcosa da analizzare. Non c’è bisogno di divulgare dati sul generatore antimateria, sul potenziale distruttivo, e cosi via.
K: Cosa significherebbe dare questa tecnologia ad un laboratorio che possa svilupparla in massa?
L: E’ difficile dirlo. Si avrebbe un modo di viaggiare completamente diverso. E cosa succederebbe se si potesse modificare il tempo? Questo prima di tutto sfocerebbe in un profondo dilemma filosofico.
K: Pensa che tutto questo verrà mai divulgato?
L: Personalmente no.

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L'ELEMENTO 115


L'elemento 115 di Bob Lazar NON E' quello che potrebbe essere sintetizzato presumibilmente tra poco tempo nei grandi laboratori di ricerca internazionale. In realtà è un suo isotopo "esotico" incredibilmente molto pù pesante, ed è presumibile che non verrà sintetizzato sulla Terra per parecchi anni ancora.

Son passati più di dieci anni da quando Bob Lazar raccontò la sua incredibile storia. Agli scettici, questa poteva sembrava null'altro che un ben confezionato pezzo di finction, completo di tutti gli ingredienti necessari per apparire "scientificamente" fondato. E' in effetti non so perchè nessuno lo abbia ancora fatto ma la storia di Lazar, senza neanche modificare troppe cose, potrebbe essere facilmente tradotta in un eccellente film. La trama tra l'altro non avrebbe bisogno nemmeno di appartenere al genere della fantascienza, ma potrebbe benissimo rientrare nel novero di quei film con sfondo scientificamente altamente credibile, imperniati sulla vicenda di un cittadino-scienziato coinvolto senza averlo chiesto nelle attività dei laboratori supersegreti di una grande potenza. Il pezzo forte del film avrebbe potuto essere lo sconcerto che questa persona avrebbe provato nello scoprire che il mondo è effettivamente molto diverso da come lui lo aveva sempre creduto, e che perciò per tutta la vita fino a quel momento lui era stato vittima di un colossale raggiro come d'altronde il resto del mondo, tra cui noi. Certo che con un regista molto bravo sarebbe stato un successone. E poi, ve la immaginate la scena dove il protagonista si trova per la prima volta davanti ad una macchina non fabbricata da esseri umani? Vi immaginate il suo genuino stupore e la sua incredibile eccitazione nel poter esaminare da vicino una cosa fatta da mani non umane, per essere usata da mani non umane, da una cultura che non è la nostra, e che magari è completamente diversa dalla nostra, anche mettendo da parte l'enorme divario scientifico e tecnologico? E che dire poi della scena di quella in cui assiste al test di volo? Chi di noi non sarebbe disposto a tutto pur di trovarsi in una situazione simile?

Bene, da quando Lazar andò al pubblico sono accadute molte cose e molte di quelle informazioni che lui aveva rilasciato in televisione si sono andate rivelate corrette. Ad esempio nel 1994 è stato pubblicato sulla rivista scientifica "Classical and Quantum Gravity" un lavoro dal titolo "The Warp Drive: Hyper-fast Travel Within General Relativity". In questo lavoro il Dr. Miguel Alcubierre descriveva con grande rigore scientifico il metodo che teoricamente avrebbe consentito ad un'astronave di spostarsi tra le stelle a velocità incredibili al punto che persino i fotoni avrebbero potuto considerarsi al pari delle lumache. Il tutto veniva giustificato nell'ambito dello stesso formalismo della teoria della relatività generale di Einstein.

In pratica il trucco consisteva nel creare una bolla di spazio-tempo curvo intorno ad un'astronave, ma non mi soffermerà sui dettagli perchè questa è un'altra storia, che merito uno spazio a sè. Faccio soltanto notare che da allora molta altra gente ha lavorato sulla stessa questione, e che di questo argomento si parla da parecchio tempo ormai anche su alcuni siti Internet della NASA. La cosa, infine è andata agli occhi del grande pubblico con il numero di Gennaio 2000 (simbolico, no?) della rivista Scientific American, a cui è seguita la produzione italiana sul numero di Marzo 2000 di Le Scienze. Molti non hanno mancato di osservare, anche ovviamente sulla rivista che avete in mano, che il principio di propulsione basato sulla bolla spazio-temporale confermava in pratica cose che Lazar aveva già detto prima di Alcubierre e aveva anche illustrato a colori sul suo sito Internet. Allo stesso tempo, meraviglia delle meraviglie, sullo stesso numero di Gennaio di Scientific American, e quindi anche sul numero di Marzo di Le Scienze in Italia, compariva l'articolo sull'Isola di Stabilità che è stata finalmente trovata nel "mare" degli elementi transuranici. E il pensiero di tutti è andato di nuovo a Lazar, che aveva anche dichiarato che il combustibile del fantascientifoco reattore nucleare che forniva una quantità enorme di energia al disco volante alieno allo studio del quale lui lavorava, l'oramai leggendario elemento 115, era un transuranico stabile. Ci siamo tutti chiesti: possibile che sia stato solo un caso la contemporanea comparsa di questi due articoli proprio sul numero di Gennaio 2000 di Scientific American che proprio per la sua data di pubblicazione rivestiva in un certo senso il carattere "simbolico" di apertura di una nuova era? Non ci è dato, purtroppo, di conoscere la risposta a questa domanda. Tuttavia sento che è importante in questa fase far conoscere qual è la situazione reale per quel che riguarda questo "santo Graal" degli ufologi. Dal tempo in cui Lazar fece le sue rivelazioni, l'attenzione degli ufologi veniva frequentemente rivolta ai progressi fatti dai vari laboratori mondiali come Berkeley, Darmstadt e Dubna nel campo della sintesi degli elementi oltre l'uranio. Dopo la notizia della sintesi dell'elemento 114 nel Dicembre 1999 a Dubna, oramai si pensava vicino il momento in cui sarebbe stata annunciata la sintesi del 115, e confermata definitivamente la sostanza delle affermazioni di Lazar. Ritengo tuttavia che nella realtà le cose potrebbero non andare esattamente così. Permettetemi un momento di darvi alcune informazioni di base prima di entrare nel vivo dell'argomento. Quello che distingue un elemento da un altro nella tavola periodica è praticamente il numero dei protoni contenuti nel nucleo: così l'idrogeno è il primo di tutti (1 solo protone), mentre l'uranio si trova al posto 92 (92 protoni).

Elementi con oltre 92 protoni non si trovano sulla Terra e devono essere prodotti artificialmente. Poichè questi elementi stanno sulla tavola periodica dopo l'uranio, si chiamano tutti...transuranici. Oltre ai protoni, nei nuclei degli atomi ci sono anche i neutroni, ma mentre i protoni sono carichi elettricamente, i neutroni non lo sono; sono appunto...neutri.



COSA è UN ISOTOPO?

Prendiamo un atomo di Carbonio. Questo ha sempre 6 protoni, e in genere ha anche 6 neutroni; ma non sempre ha 6 neutroni. C'è una piccola percentuale di atomi di carbonio che hanno meno di 6 neutroni o più di 6 neutroni. I più conosciuti sono quelli che hanno 7 oppure 8 neutroni. Sotto ogni punto di vista questi sono sempre atomi di carbonio esattamente come gli altri. Possono formare anche loro l'anidride carbonica, il metano o qualunque altro composto di questo elemento; soltanto sono un poco più pesanti perchè hanno 1 o 2 protoni in più. Ma in ogni caso occupano sempre il posto numero 6 della tavola periodica (perchè il posto dipende solo dal numero dei protoni). I fisici dicono che tutti gli atomi che occupano lo stesso posto nella tavola periodica si chiamano isotopi (e infatti in greco isotopo significa stesso posto). In particolare il carbonio con 6 neutroni si chiama carbonio 12, metre gli atomi di carbonio con sette e otto neutroni si cjiamano rispettivamente carbonio 13 e carbonio 14. I numeri 12,13,14 sono evidentemente la somma dei protini più i neutroni. Come si può vedere abbiamo definito in poche parole cos'è un isotopo, senza usare troppi termini tecnici; spero che i lettori me ne saranno grati.

Ultime note: mentre come detto le proprietà chimiche sono le stesse per tutti gli isotopi di uno stesso elemento,così non è per le proprietà nucleari: ad esempio, il carbonio 12 è stabile, mentre il carbonio 14 è radiottivo, cioè instabile! Nella tavola periodica questo è un fatto abbastanza comune. Il variare del numero dei neutroni,(non importa se in più o in meno) può dare luogo ad isotopi instabili o a isotopi radiottivi. E inoltre l'affermazione che faccio qui sotto è molto importante per capire l'enormità di quelloche dirò nel seguito a proposito del 115 di Lazar: in genere gli isotopi di un certo elemento sono pochi e si differenziano solo per pochissimi neutroni in più o in meno che in genere si posssono contare sulla punta delle dita. Se sapete un po' di Inglese e volete entrare nel mondo degli elemnti, e sapere un mucchio di cose interranti non solo sulla loro stabilità e su tutti i loro isotopi , ma anche sulla loro storia, su che aspetto ha, etc, vi consiglio di andare a vedere il sito: http//www.webelements.com/webelements/scholar/index.html.



L'ISOLA DI STABILITà

Allora veniamo al punto: Cos'è questa storia dell'isola di stabilità di cui si parla su Scientific American? Diciamo subito che fino ad ora non è stato sintetizzato sulla Terra un solo atomo, dico uno solo, di un elemento transuranico che sia stabile. Gelo tra l'Uditorio... ma allora ? niente paura:

Oganessian e colleghi (gli autori dell'articolo pubblicato su Le Scienze) sono sicuri di avere trovato l'Isola di Stabilità perchè hanno ottenuto un isotopo dell'elemento 114 dalla vita lunghissima...ben 30 secondi. Ma allora se vive solo 30 secondi non è stabile! E' infatti io che avevo detto? Dovete sapere che, teoricamente, l'isotopo stabile del 114, quello che da parecchie decine di anni faceva immaginare ai fisici che ci fosse l'Isola di stabilità, a un totale di 298 tra protoni e neutroni. Quindi il suo nucleo contiene 114 protoni e 184 neutroni. Oganessian e colleghi hanno sintetizzato soltanto l'isotopo 289, quindi l'isotopo che ha 9 neutroni in meno di quanto sarebbe necessario. Questo, come già detto, ha una vita media di circa 30 secondi. La cosa grossa è che un isotopo del 114 con 2 neutroni in meno, il 287, anch'esso sintetizzato a Dubna, aveva vita media di 5 secondi, mentre il 285 (4 neutroni in meno), che era stato sintetizzato nel 1999 negli esperimenti di Nivov, Gregorich e colleghi a Berkeley (www.ibl.gov/Science-Articles/ Archive/elements-116-118.html ) aveva una vita media di soli 0,58 millisecondi [Phys. Rev. Lett. 83, 1104 (1999)]. 4 neutroni in più avevano allora fatto aumentare la vita media dell'elemento 114 di più di 10.000 volte! E mancano ancora altri 9 neutroni!

Si presuppone pertanto che aumentando i neutroni la vita media si allunghi a dismisura fino ad ottenere la totale stabilità. Un fatto analogo e forse ancora più spettacolare nei numeri è accaduto anche per l'elemento 112. Questi risultati hanno convinto tutti che: la stabilità è a portata di mano, ma a patto di riuscire infilare più neutroni in quei benedetti nuclei.

(Ricordatevi questa affermazione perchè è molto importante nel seguito). Pertanto l'isotopo 298 dell'elemento 114 sarà stabile con certezza quasi assoluta.

Perdonatemi se vi sto a riempire la testa di numeri e paroloni, tuttavia ho scoperto che nell'Ufologia è molto importante conoscere un po' di Fisica. Nel mio caso addirittura, dopo aver avuto un incontro ravvicinato del 1° tipo con un UFO qualche anno fa, è d'obbligo cercare d'applicare la Fisica per spiegare cose che so con certezza che esisitono, per averle viste. Magari sbaglierò e la nostra fisica è ancora lontanissima anche dai concetti più semplici utilizzati dagli ET, tuttavia io credo che noi abbiamo giù le conoscenze di base per capire molte cose, e perciò quello che vorrei sinceramente è stimolare una discussione che porit a ridurre le molte zone in ombra.

Ho avuto in questi anni dopo l'IR 1 molte interazioni con varie persone sull'argomento, e devo dire che i più scettici sono stati i non scienziati. In effetti gli scettici più accaniti erano le persone con meno conoscenze scientifiche, quelle per intenderci, che per credere a qualche cosa hanno bisogna che glielo dica il Prof. Zichichi alla televisione.

Mi piacerebbe parlare un giorno di quello che si può ipotizzare oggi sul principio della propulsione degli UFO partendo dalla fisica conosciuta, per far vedere a tutti in maniera scioccante che perfino George Adamski sapeva particolari intorno alla propulsione di un disco volante che in realtà non avrebbe dovuto sapere, sia per via della sua personale cultura di base, sia per il periodo storici in cui viveva.



L'ELEMENTO 115 STABILE

Dopo aver letto la notizia della sintesi dell'isotopo 289 dell'elemento 114, mi sono subito detto: allora l'elemento 115 stabile dovrebbe essere all'incirca l'isotopo 300 o 301 (cioè un protone più 1 o 2 neutroni in più dell'isotopo 298 teoricamente stabile del 114). Possibile che arrivati a questo punto la materia atomica consenta una "svolta" cosè straordinaria, sempre secondo quanto diceva Lazar? Forse siamo vicini ad un salto gigantesco della nostra fisica? Stiamo per sintetizzare l'elemento fondamentale per avere il volo interstellare? Mi è venuta subito la curiosità di vedere il suo sito (www.boblazar.com) quale isotopo del 115 usavano gli ET. E qui ho avuto la sorpresa: non era riportato l'isotopo. Guardate la tabella più sotto, che riporta gli stessi dati forniti da Lazar: la voce "peso atomico" che è quella importante per avere un'idea abbastanza precisa dell'isotopo, semplicemente non c'è. Dopo un primo attimo di smarrimento ho notato tuttavia che venivano dati gli elementi per calcolarlo, nelle voci densità e volume atomico.

(*) il 115 non è ancora stato ufficialmente sintetizzato: la data indicata da Lazar si riferisce alla scoperta di questo elemento durante la retroingegnerizzazione del reattore nucleare di un disco volante.

Senza che vi stia a fare tutti i conti si può da questi dati calcolare il peso dell'atomo 115 di Lazar in termini di unità di massa atomica, e cioè di neutroni e protoni contenuti. Il risultato non è 300 o giù di là, ma...420!!! Che vuol dire questo? Che il nucleo peso l'equivalente di ben 120 neutroni in più di quanto ci si aspetterebbe.

Non vorrei per ora stare a commentare o fare dietrologie sul significato di questo punto. Mi interessa tuttavia stimolare delle discussioni: perciò mi limiterò a mettere luce soltanto alcuni punti rilevanti che sicuramente sono utili per ogni discussione successiva.

Prima di tutto: Lazar si è sbagliato?

La mia opinione è no. Il peso atomico è un dato molto importante ed è sicuramente uno dei primi numeri che sono stati calcolati. Lui è sicuramente a conoscenza del fatto che questo isotopo del 115 èassolutamente esotico.

Allora perchè non lo ha voluto riportare espressamente nella tabella, anche se ha dato lo stesso i parametri per calcolarlo?

Non lo so, ma di certo questo è stato fatto deliberatamente.

Ma perchè è così eccezionale il fatto che questo sia l'isotopo 420 dell'elemento 115?

Per capirlo tenete presenti le due affermazione che ho fatto prima:

- in genere gli isotopi di un certo elemento sono pochi e si differenziano solo per pochissimi neutroni in più o in meno, che si possono contare sulla punta delle dita.

- la stabilità è a portata di mano, ma a patto di riuscire infilare più neutroni in quei benedetti nucle.

Bene, la prima mette in evidenza che la nostra esperienza accumulata nell'arco del ventesimo secolo con tutti gli elementi finora conosciuti, non contiene in alcuna maniera evidenza di isotopi con un numero enorme di neutroni, e quindi rende rivoluzionarie, se sono vere, queste dichiarazioni di Lazar nel campo della fisica atomica. La seconda mette in evidenza il fatto che noi già abbiamo oggi difficoltà a creare nuclei transuranici con un numero normale di neutroni (perchè questi nuclei vengono ottenuti facendo urtare e fondere assieme due nuclei più leggeri, che in proporzione hanno però meno neutroni di quelli pesanti: il risultato è perciò che siamo sempre a corto di neutroni). Quindi riuscire ad ottenere un nucleo con addirittura 120 neutroni in più del normale è aldilà delle possibilità attuali. Probabilmente questi esperimenti di sintesi dovrebbero essere fatti vicino a una sorgente brillante di neutroni, per poter migliorare le cose. In ogni caso, 120 neutroni in più sono tanti e la conclusione è una sola: che siamo ancora veramente molto lonatni dal poter sintetizzare quel tipo di nucleo.

E' plausibile che esista un nucleo simile?

Perchè no?

Ed e' plausibile che questo nucleo abbia le proprietà descritte da Lazar?

Perchè no? E se fosse un plasma di quark e gluoni stabile? (spero che vi riuscirà a parlare in seguito di questo nuovo stato della materia). In questo caso potrebbe, sotto forte eccitazione nucleare, emettere per emissione stimolata un fascio molto intensa di mesoni carichi con la carica del quanto della forza nucleare forte? Fascio che costituirebbe a tutti gli effetti l'onda della cosidetta "gravità A" di cui parla Lazar? (non si dimentichi che Lazar nella sua parentesi lavorativa a contatto con i dischi volanti aveva lavorato proprio al laboratori mesoni).

Visto che il 115 stabile di Lazar è l'isotopo 420, potrebbe allora accadere che il più normale isotopo 300 (cioè quello che potrebbe essere sintetizzato da qui a poco tempo) NON SIA STABILE?

Certo, potrebbe anche accadere che l'isotopo 300 o 301 dell'elemento 115 NON SIA STABILE! Con gravi conseguenze sull'Ufologia. Tutti superficialmente direbbero che il 115 di Lazar non è stabile e che lui è stato quindi un impostore. Per tale motivo ritengo sia molto importante prendere coscienza di questo fatto dell'isotopo 420.

E cosa accadrebbe invece se anche l'isotopo 300 o 301 del 115 fosse stabile?

Nulla; almeno in un primo momento non accadrebbe nulla. Tutti direbbero che le affermazioni di Lazar sono state confermate definitivamente, anche se da quello che avete letto pù sopra capite subito che non sarebbe la verità. I problemi salterebbero fuori dopo molto tempo, una volta sintetizzata una quantità significativa di questo isotopo, quando si scoprirebbe che non ha nessuna delle proprietà attribuitegli da Lazar. Anche in questo caso sarebbe un grosso colpo per l'Ufologia se si arrivasse impreparati a questo momento.

In realtà si capisce adesso che l'affermazione più forte del nostro Bob non è assolutamente, come tutti credono, la stabilità del banale isotopo 300 o 301 dell'elemento 115. Alla luce di quanto abbiamo infatti visto in questo articolo, lui non ha proprio detto nulla relativamente a questo isotopo 300 o 301. Lui ha sempre e soltanto parlato dell'isotopo 420 anche se non lo ha fatto capire mai chiaramente. Pertanto si può dire che la sua affermazione più forte (e pertanto la sua predizione da verificare) è la seguente:

"Possono esistere transuranici stabili con un numero enorme di neutroni nel nuclueo. Ad esempio può esistere l'isotopo 420, stabile, dell'elemento 115."

In conclusione ora sappiamo che il 115 di Lazar non è l'isotopo che tutti credono, e che potrebbe essere sintetizzato tra poco tempo. In realtà è un oggetto molto più sofisticato, e per comprederne le proprietà in termini di fisica terrestre sono ancora necessari parecchi anni.



Intervista a Bob Lazar di Art Bell nella trasmissione radiofonica Coast to Coast AM






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